Arpav: «L’emergenza è finita e adesso occhio alle valanghe»

Terminata l’ondata il responsabile di Arabba Gianni Marigo traccia un primissimo bilancio  di una settimana drammatica. altezza metri: più di tre metri a Ra Valles
Forte nevicata di Capodanno a Auronzo di Cadore - Da Rin - Perona
Forte nevicata di Capodanno a Auronzo di Cadore - Da Rin - Perona

ARABBA

L’emergenza meteo è finita, scatta il rischio valanghe. La forte ondata di maltempo è terminata ieri mattina, con le ultime precipitazioni, un po’ in tutta la provincia. Ma per l’intera scorsa settimana gli accumuli di neve sono stati talmente abbondanti da far seriamente temere dei distacchi. Ieri il pericolo era valutato molto forte, vale a dire il massimo, da parte dell’Arpav, l’Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto. Il peggio sembra essere passato, insomma, e anche vigili del fuoco e forze di polizia, per non parlare dei sanitari, potrebbero cominciare a respirare dopo giorni di enorme impegno, per garantire la viabilità, l’agibilità delle strutture e anche la salute dei cittadini. A parte questo, deve rimanere lo stesso la massima attenzione.

Dal suo osservatorio di Arabba, Gianni Marigo, il responsabile del locale centro valanghe, può fare un primo bilancio: «Fino alla mattinata di ieri, ci sono state delle precipitazioni anche abbondanti. Nevicate che hanno colpito, in maniera particolare, le zone del basso Agordino e del Comelico. Eventi anche molto intensi, che hanno ulteriormente complicato una situazione già molto difficile per tutto quello che era successo, nel corso dei giorni precedenti. Ma la situazione è destinata a migliorare».

Un colpo di coda gelato, prima di un’attesa inversione di tendenza, che dovrebbe permettere spostamenti meno difficili e una vita meno complicata, soprattutto per chi vive nelle parte alta della provincia: «L’ondata di maltempo dovrebbe essersi esaurita. Per la seconda parte della giornata di ieri e per oggi non erano previste ulteriori precipitazioni. Questo è quanto ci dicevano le previsioni elaborate dai nostri previsori. La situazione è destinata a migliorare».

In altre parole, prima o poi tornerà quel sole, che per tutta la scorsa settimana non si è fatto vedere: «Quello che posso dire è che l’emergenza meteo è finita. Non ci sono segnali che facciano pensare al contrario, anche se ovviamene siamo sempre in inverno».

Passata una paura, ce n’è subito un’altra con la quale confrontarsi. «C’è da aspettarsi la caduta di valanghe», avverte Marigo, «con tutta la neve che si è accumulata, tutto questo è abbastanza normale. Bisognerà fare grande attenzione, tenuto conto del fatto che a 1.500 metri è caduto un metro e mezzo di neve e via salendo».

Niente che già non si sapesse quello che è successo la scorsa settimana, a parte forse le dimensioni del fenomeno: «Non possiamo nasconderci il fatto che le nevicate sono state più abbondanti del previsto», conclude Marigo, «siamo andati un po’ oltre, questo è vero».

ALTEZZA NEVE

Più di tre metri a Ra Valles. Il record della nevicata tocca alla località a 2.615 metri sopra Cortina: 334 centimetri, dei quali 42 nelle ultime ventiquattro ore. Seguono con 247 Col dei Baldi, a quota 1.900, tra Zoldo e Alleghe e con 224 Piz Boè, a quota 3.152, nelle Dolomiti meridionali nella zona di confine con le province di Bolzano e Trento. Ma tutte le zone della provincia sono rimaste colpite dall’eccezionale nevicata dei giorni scorsi, in particolare il Comelico. la situazione più critica è in questa zona ed è tra i motivi che hanno spinto l’assessore regionale alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin ad annunciare la richiesta delo stato di emergenza nazionale. Nelle Dolomiti settentrionali, 209 a Misurina, 194 a passo Falzarego, 157 a Cortina, 115 a Pieve di Cadore e 83 ad Auronzo. In quelle meridionali, 173 a Pecol di Zoldo, 165 ad Arabba, 143 a Falcade, 81 a Frassenè e 55 ad Agordo. Infine, nelle Prealpi bellunesi, 163 a Casera Palantina (Alpago), 137 sulla Faverghera (Nevegal), 61 a Lamon, 50 a Feltre, 47 in Pian Cansiglio, 28 a Trichiana e Arsiè, 17 a Belluno e 12 a Puos d’Alpago.






 

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