Arrestato “Gesù”, un pusher di cocaina

Squadra mobile per un anno sulle tracce di un marocchino incensurato. Tra i clienti c’è chi ha speso 30mila euro in droga

BELLUNO. In arte “Gesù” ma è di nazionalità marocchina e di professione pusher, di cocaina. Era incensurato e straniero regolare, da molti anni in Italia e residente in provincia da almeno due o tre, lo straniero arrestato mercoledì a Montebelluna dagli uomini della narcotici della squadra mobile della questura. Per il marocchino l’accusa è detenzione e spaccio di droga, cocaina nello specifico. I suoi clienti, disseminati tra Belluno, Sedico e Feltre, erano una cinquantina, tra l’altro consumatori frequenti: gli inquirenti si sono imbattuti in assuntori che hanno speso anche trentamila euro in un anno per acquistare le dosi. Si ipotizza che, da gennaio a oggi, l’uomo abbia immesso sul mercato bellunese almeno un chilo di droga.

L’indagine del personale della sezione narcotici della squadra mobile della questura, da dicembre diretta dal commissario capo Maurizio Miscioscia, è scattata appunto a gennaio di quest’anno benchè si ipotizzi che l’attività del “Gesù” marocchino fosse iniziata almeno nel 2015, se non addirittura un anno e mezzo fa. Gli investigatori si sono imbattuti in un personaggio molto scaltro che quando ha “annusato” il fiato sul collo della polizia, ha cambiato città, stabilendosi a Montebelluna: e qui gli è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare, spiccata dal gip del tribunale di Belluno su richiesta del sostituto procuratore Paolo Sartorello che ha in mano l’inchiesta. Notifica che ha preceduto l’arresto e la perquisizione degli uomini della Mobile. L’arrestato è un uomo fra i 30 e i 40 anni che non voleva dare nell’occhio: niente auto di lusso, niente precedenti, anche un lavoro per ottenere il permesso di soggiorno.

Erano “consegne a domicilio”, le sue, secondo quanto risulta agli investigatori: l’uomo aveva un contatto diretto con i suoi clienti, non certo studenti (una dose di cocaina ha un prezzo di non meno di 100 euro), ma impiegati, lavoratori e operai. Età: fra i 30 e i 40 anni. Non risulterebbero professionisti o imprenditori ma l’indagine continua, da parte della Squadra mobile, soprattutto per alzare il velo sul livello più alto della vendita: cioè sui grossisti della polvere bianca e anche una clientela un po’ più danarosa. Lo scambio dose-denaro avveniva nei posti più disparati: piazze, parchi, giardini e strade. Pedinamenti e appostamenti hanno impegnato la polizia su un territorio vasto da Belluno a Feltre, poi le intercettazioni hanno fatto il resto, oltre a qualche cliente che ha confermato gli acquisti.

L’indagine si inserisce in un più generale obiettivo di contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti ed è partita anche grazie a servizi mirati della squadra mobile nei due centri cittadini. E, grazie a questa insistente attività di polizia giudiziaria, è stata individuata la capillare rete di consumatori di cocaina che ruotava attorno a “Gesù”. Ora è finito in carcere, in attesa di comparire davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia.

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