Arriva la “patente” per far volare i droni
PONTE NELLE ALPI. I droni sono sempre più alla portata di tutti, ma non tutti sanno che per farli volare ci vuole la patente. Dallo scorso aprile, infatti, è entrato in vigore un regolamento dell'Enac (Ente nazionale aviazione civile) che va a regolamentare proprio l'attività di questi piccoli velivoli senza pilota, nonché altre attività che prima erano libere, come ad esempio aeromodellismo.
«Sono stati regolamentati in particolare – spiega Igor Barin, amministratore delegato della FlightTech di Ponte nelle Alpi che produce droni - le aree di volo, le qualifiche del pilota e dell'organizzazione. I droni sono ora chiamati Sapr (ovvero sistemi aeromobili di pilotaggio remoto). Per il loro utilizzo è richiesto un apposito attestato di volo, che si può conseguire al l'Aeroclub di Belluno (con il quale stiamo collaborando); un'assicurazione dedicata; il riconoscimento da parte dell’Enac del pilota, dell’organizzazione e del modello di drone che si vuol far volare».
Quindi oggi è più difficile utilizzare questi piccoli veicoli volanti telecomandati? «Diciamo che viene richiesta una maggiore responsabilità perché si va a occupare uno spazio aereo con un aeromobile teleguidato, che può rappresentare anche un pericolo sulle nostre teste. Noi come FlightTech, per ottenere il riconoscimento da parte dell’Enac, abbiamo dovuto effettuare dei corsi per i piloti e certificare il nostro drone; ed abbiamo fatto un'attività sperimentale che fa riferimento a test di volo (per una validità di circa 2 mesi). I test servono per fornire il manuale di volo e delle operazioni, nel quale sono descritte le prestazioni, le limitazioni, sistemi di sicurezza. Per fare questo è necessario inoltre essere a conoscenza delle regole dell’aria applicabili (ad esempio, gli effetti del vento), o tramite un apposito corso o con una licenza di volo civile, con attestato di volo da diporto sportivo».
Non è più possibile, quindi, far alzare un drone per attività professionali per scattare qualche foto o per realizzare un breve video? «No, non è più così semplice. Viene richiesta oggi una maggiore professionalità per scongiurare incidenti, cadute, attività pericolose per l'incolumità generale».
I droni, piccoli velivoli senza pilota (noti anche come Uav, Unmanned aerial vehicle) sono una nuova generazione di robot volanti e possono aiutare a svolgere, con facilità, compiti al momento molto difficoltosi, costosi o pericolosi. Come ad esempio l'ispezione di edifici e di grandi infrastrutture, la raccolta di campioni da aree difficilmente accessibili (come cime montuose o cave).
«Oggi sta prendendo piede – sottolinea Barin – anche un utilizzo in campo agricolo; con videocamere particolari riusciamo a fare scansioni di aree vaste, a vedere lo stato della vegetazione ed anche, tramite fotogrammetria, possiamo effettuare ortofoto o ricostruzioni ambientali in 3D. I campi di applicazione, insomma, sono molti».
Stefano Vietina
twitter@vietinas
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi