Arriva la pioggia, «ma non basterà»
BELLUNO. Con l’emergenza idrica, arrivano anche i problemi dovuti all’inquinamento. Ieri i vigili del fuoco hanno provveduto ai rifornimenti a Cencenighe, Sovramonte e Ponte nelle Alpi, nella frazione di Quantin. E la situazione pare essere destinata a non migliorare. «Anche se nei prossimi giorni è previsto l’arrivo di una perturbazione con un po’ di pioggia, si tratterà di pochi millimetri che non cambieranno la situazione siccitosa di questo inverno. Comunque sia, sono meglio di niente», spiega il referente del servizio Idrologia dell’Arpav, Renzo Scussel. «È una situazione straordinaria di cui non abbiamo altri esempi da quando, negli ultimi 20 anni, abbiamo iniziato a monitorare le precipitazioni», continua Scussel. «Il problema è che gennaio e febbraio non sono piovosi per loro natura. A mancare sono state le piogge di novembre. Non so se potremo recuperare questo deficiti nei prossimi mesi», dice il referente dell’Arpav, che evidenzia come «nel 1986 a febbraio venne oltre un metro e mezzo di neve, che causò anche tanti danni. Tutto, quindi, può ancora accadere, ma se cadesse un metro e mezzo di neve ora saremmo ancora in crisi».
Scussel esamina anche il livello delle sorgenti e dei fiumi: «Sono in condizione di siccità, non c’è dubbio». Di neve ce n’è pochissima sopra i 2.200-2.300 metri e nei versanti più a nord. Dal primo ottobre 2015 al 31 gennaio 2016 sono scesi 103 centimetri sui monti Ornella (2250 metri), mentre nello stesso periodo del 2015 ne erano caduti 237. È Falcade il luogo dove è nevicato di meno: 11 cm contro i 63 dell’anno precedente.
Anche la qualità dell’aria è scadente. Nella scorsa settimana a Belluno ci sono stati cinque sforamenti, sette a Feltre e anche a Pieve d’Alpago, dove solitamente non ci sono problemi, la scorsa settimana per ben quattro giorni i valori di polveri sottili hanno superato i 50 microgrammi per metro cubo previsti per legge. «I buoni risultati che avevamo ottenuto negli ultimi anni, sono stati vanificati», precisa il direttore dell’Arpav, Rodolfo Bassan. «E temo che tra oggi e domani potrebbero aumentare. L’unico rimedio è la pioggia e il vento per abbattere le Pm10».
Bassan, che ieri è stato chiamato in Regione proprio per l’emergenza delle polveri sottili, non esclude che situazioni simili possano riproporsi in futuro, visti i cambi climatici. «È necessario continuare con interventi strutturali su stufe, impianti di riscaldamento, automobili, ma non possiamo dimenticare che una permanenza di polveri sottili nell’aria è destinata a generare problemi respiratori e cardiocircolatori». (p.d.a.)
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