Arriva l’incentivo per i medici di base delle aree disagiate

Per la prima volta l’Usl riconosce 6,20 euro in più a paziente ai professionisti che operano nei 23 Comuni più “difficili”
In tempi record sono stati ultimati i lavori di messa in sicurezza deisoffitti del quarto piano, ala est, dell'ospedale di Conegliano, interessatidalla caduta di alcuni calcinacci lo scorso 30 marzo. Dal 3 giugnoambulatori e Day Surgery saranno nuovamente operativi nella loro sede - Un ambulatorio di Chirurgia all'ospedale civile
In tempi record sono stati ultimati i lavori di messa in sicurezza deisoffitti del quarto piano, ala est, dell'ospedale di Conegliano, interessatidalla caduta di alcuni calcinacci lo scorso 30 marzo. Dal 3 giugnoambulatori e Day Surgery saranno nuovamente operativi nella loro sede - Un ambulatorio di Chirurgia all'ospedale civile

BELLUNO. Arrivano gli incentivi economici per i medici di famiglia che operano nelle zone disagiate della montagna. L’Usl 1 Dolomiti, a distanza di anni dall’accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale e dall’integrativo regionale del 2005, ha definito i Comuni bellunesi dove, a partire da marzo, i professionisti beneficeranno dell’aiuto economico.

Il provvedimento prevede che ai camici bianchi operanti nelle zone individuate spetterà un compenso aggiuntivo annuo, divisibile in dodicesimi, pari a 6,20 euro per assistito in carico, residente o domiciliato. Tale incentivo porterà una spesa di 161 mila euro all’azienda sanitaria bellunese.

I comuni disagiati. L’Usl 1 Dolomiti, dopo un confronto con i rappresentanti dei medici di assistenza primaria e con il Comitato aziendale della medicina generale, ha individuato i comuni svantaggiati, che sono: Zoppé di Cadore, Cibiana di Cadore, Val di Zoldo, Gosaldo, Comelico Superiore, Danta di Cadore, Rocca Pietore, Selva di Cadore, Livinallongo del Col di Lana, San Tomaso Agordino, Tambre, Falcade, Colle Santa Lucia, Vallada Agordina, Vigo di Cadore, San Pietro di Cadore, Lorenzago di Cadore, Rivamonte Agordino, Canale d’Agordo, San Nicolò Comelico, Arsiè, Lamon, Sovramonte. Escluso, e non poteva essere altrimenti, Sappada, dopo il distacco dalla provincia di Belluno.



I parametri per l’incentivo. I parametri presi in considerazione per l’individuazione delle realtà dove i medici di famiglia beneficeranno dell’incentivo sono stati quattro: la densità della popolazione, l’invecchiamento, la distanza dall’ospedale e l’altitudine. Parametri che sono stati discussi insieme al Comitato aziendale dei medici di famiglia ancora l’11 maggio 2017 e che il 26 giugno sono stati approvati dal Comitato stesso.

Nel corso del confronto, le parti hanno stabilito di non includere i Comuni in cui è ubicata la sede di riferimento di eventuali medicine di gruppo integrate, che in provincia di Belluno sono quattro: Cavarzano, Longarone, Santo Stefano e Feltre. I medici che operano all’interno di queste strutture non percepiranno l’incentivo; se però alcuni di questi professionisti dovessero avere altri ambulatori nelle zone disagiate, per questi riceverebbero l’aiuto economico. Il documento dell’azienda sanitaria sarà ora inviato alla Regione per gli adempimenti previsti dall’accordo integrativo veneto.

Il dg dell’Usl. Soddisfatto il direttore generale dell’Usl 1, Adriano Rasi Caldogno. La delibera, infatti, da tempo era stata chiesta dai medici per incentivare i professionisti a venire ad operare in montagna, vista la difficoltà a reperire camici bianchi. «Il provvedimento rappresenta un esempio concreto di come l’azienda sanitaria cerchi, ove vi siano istituti giuridici che lo consentano, soluzioni per incentivare la presenza di medici», conclude il direttore generale.

Dal primo marzo, quindi, i medici di famiglia inizieranno a ricevere l’incentivo.

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