Arrivano gli “accertatori” contro il fumo all’ospedale
FELTRE. Nessuna risposta all'appello per la ricerca di volontari-volonterosi con l'ingrato compito di stanare indefessi fumatori nelle pertinenze, tutte quante, dell'ospedale e dei distretti. Così la “crociata” antifumo della dirigenza Usl che doveva muovere una marcia decisa già a ridosso del primo dell'anno ha subito una battuta d'arresto. Ma si tratta solo di un ritardo, non di un dietrofront. Perché, come in tutte le strategie belliche, sia pure per una giusta causa culturale come nel caso specifico, se i volontari nicchiano ci pensa l'azienda con un preciso ordine di servizio a precettarli d'ufficio.
Così gli accertatori adesso ci sono, conferma il direttore del dipartimento di prevenzione Luigi Cazzola. Sono i dipendenti dell'azienda e non possono dire di no. «Chiuderemo a brevissimo questa operazione», assicura il direttore Cazzola. Il che significa mettere cartelli di divieto di fumare ad ogni angolo del mondo ospedaliero e dintorni, cioè le sedi distrettuali, acquistare materiali informativi ad uso e consumo di visitatori, utenti e dipendenti, cioè di tutti quelli che frequentano spazi interni ed esterni alle pertinenze di presidio ospedaliero e territorio. In attesa che anche gli irriducibili se ne facciano una ragione. Non ci sarà più un solo nascondiglio in tutte le pertinenze dell'Usl, ospedale e distretti territoriali, dove accendere la sigaretta senza essere prima individuati e poi, a seconda della recidività, anche puniti. E non importa se ci sono posticini defilati all'aperto dove il fumo si dissolve senza che si dia fastidio a nessuno. E non serve nemmeno l'intervento dei “nasi clinici” dei Nas per scovare i trasgressori nella “cittadella della salute”.
L'unico posto dove si potrà fumare, fra tutti i centri e le strutture dell'azienda sanitaria, sarà ancora il cortiletto del servizio di psichiatria. Ad uso e consumo, però, dei soli pazienti e degenti psichiatrici.
Il divieto di fumo assoluto, comprese le aree esterne di tutte le strutture che fanno capo all’Usl era già stato annunciato con largo anticipo. La dirigenza di Feltre fa propria, a tempo record, un'indicazione e non una tassativa prescrizione ministeriale senza mai nascondere che sarebbe passata presto ai fatti. Laddove non fossero sufficienti i cartelli, interverrano gli accertatori, che eserciteranno un controllo, discreto ma deciso, su dipendenti e utenti che si infrattano tuttora fra sotterranei, terrazzine defilate fronte campagna o panchine ammantate da rassicuranti mascherature verdi, per accendere la sigaretta.
L'Usl di Feltre in questa maniera propone la disincentivazione del vizio che incide ancora, fra i dipendenti ospedalieri e territoriali, anche se in termini percentuali i tabagisti dell’Usl 2 sono al di sotto della media regionale. Questo vale anche per gli utenti, pazienti e visitatori, che saranno messi sull'avviso. Non si fumerà più né dentro, intendendo spazi finora “liberalizzati” quali terrazze, terrazzine e patii, né fuori cioè nelle pertinenze esterne (spazi verdi attrezzati, giardinetti, viali). Gli ultimi aggiornamenti del dispositivo mirano a superare la mera osservanza di un divieto generico, spesso aggirato con trasgressività ragazzina dagli stessi sanitari, per puntare all'obiettivo: quello di applicare una politica aziendale per la promozione della salute.
Laura Milano
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