Arrivano le zecche già due casi di Tbe. E l’Usl sta cercando di trovare i vaccini

Colpiti una donna dell’Alpago e un uomo di Auronzo. Il primario Francavilla: «Prevista un’ondata di malattie»
ospedale san martino
ospedale san martino



L’estate è appena iniziata e sono già due i casi di encefalite da morso di zecca curati all’ospedale di Belluno. Per fortuna, ad oggi, non hanno avuto esiti infausti. Intanto l’Usl, vista la gratuità della vaccinazione per i bellunesi decisa dalla Regione, si sta attrezzando per reperire i vaccini contro la Tbe e per organizzare il servizio in previsione di una vera e propria “invasione” da parte degli utenti del servizio di Prevenzione.

La Tbe

Un caso di Tbe registrato a giugno ha riguardato una donna dell’Alpago di cinquant’anni, mentre l’altro paziente è un 69enne di Auronzo. Entrambi sono stati morsi da zecche durante una passeggiata tra i prati. Uno dei due si era accorto della presenza del corpo estraneo sul suo corpo e l’aveva estratto, l’altro invece non sapeva di essere stato morso. Soltanto gli effetti indesiderati tipici della Tbe hanno portato in evidenza il contatto con la zecca. «Si tratta di pazienti che abbiamo visto nei primi giorni di giugno», precisa il primario dell’unità operativa di Malattie infettive, Ermenegildo Francavilla. «E uno non l’abbiamo nemmeno ricoverato». Per Francavilla la diffusione della zecca in provincia sarà particolarmente estesa quest’anno. «La pioggia caduta fino a qualche settimana fa e le temperature elevate di questi ultimi giorni danno origine a quel mix caldo-umido ideale per lo sviluppo di questi acari. Ci aspettiamo un’ondata di malattie da zecca nelle prossime settimane».

La Tbe decorre, il più delle volte, in maniera asintomatica, ma quando si manifesta è caratterizzata da un andamento febbrile insieme ad altri sintomi simil-influenzali.

Vi può essere un interessamento del sistema nervoso con encefalite, meningite, paralisi. La mortalità è del 2%. L’unico modo per avere una copertura adeguata contro questa patologia è la vaccinazione che prevede tre dosi da inoculare in momenti diversi. L’immunizzazione dura circa tre anni.

Per quanto riguarda, invece, la malattia di Lyme, «abbiamo visto soltanto un paio di casi, ad oggi, ma molti vengono curati direttamente dai medici di famiglia che spesso non li notificano nemmeno», dice il primario. Una prassi che dovrà finire, visto che ora il reparto di Malattie infettive del San Martino è diventato centro di riferimento regionale per la cura contro la Tbe e le malattie da morso di zecca. «Su questo fronte con la direzione sanitaria ci stiamo organizzando per realizzare questo centro così importante», conclude Francavilla.

Il vaccino

La borreliosi di Lyme e la Tbe trovano un’ampia diffusione nel Nord-Est e in particolar modo nell’area bellunese, dove si sono registrati negli ultimi dieci anni circa 700 casi di borreliosi e ben il 40% dei casi nazionali di Tbe.

Per la prevenzione dell’encefalite da morso di zecca è disponibile un vaccino che garantisce un’elevata immunizzazione.

L’Usl Dolomiti, dopo la gratuità del vaccino stabilita il 24 maggio scorso dalla Regione, si è attivata in queste settimane per il reperimento delle dosi di vaccino dall’unica ditta produttrice, per soddisfare le richieste che arriveranno dalla cittadinanza. Anche il Servizio di Prevenzione si sta organizzando per poter garantire una risposta adeguata alle tante domande di vaccinazione che si prevede arriveranno. Infatti, soltanto nei giorni immediatamente successivi alla notizia della gratuità della immunizzazione, sono state molte le chiamate al Dipartimento di Prevenzione per avere informazioni su dove e come farsi vaccinare. —


 

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