Arrivano sanzioni per gli edifici travolti dalla frana del Vajont
Erto e Casso, l’Agenzia delle entrate annuncia l’intervento per regolarizzare la situazione burocratica del dopo Vajont
ERTO E CASSO. «Stiamo provvedendo d’ufficio alla regolarizzazione delle mappe catastali, inserendo 350 immobili che non necessitano di iscrizioni o che nel tempo sono crollati. Per altre 194 unità abbiamo invece inviato ai proprietari un avviso bonario che prevede sanzioni ridotte. Basterà aderire al ravvedimento operoso per sanare le incongruenze riscontrate».
L’Agenzia delle entrate si affida a questo comunicato della direzione regionale per spiegare i termini della problematica sollevata qualche giorno fa dal sindaco di Erto e Casso, Fernando Carrrara.
Il primo cittadino aveva segnalato la necessità di un intervento del Governo nazionale per la definitiva espropriazione della frana del monte Toc. La notte del 9 ottobre 1963 un’immensa fetta di montagna collassò nel sottostante lago, portandosi con sé un numero imprecisato di stalle, case, capanni e immobili vari.
A distanza di quasi 60 anni, alcuni eredi dei primi titolari sono stati chiamati a regolarizzare le posizioni catastali di quegli edifici. Di qui l’appello del primo cittadino di Erto e Casso perché lo Stato espropri una volta per tutte il sito, inutilizzato dagli anni Cinquanta senza una trascrizione ufficiale dei vincoli e delle volture.
Secondo la direzione regionale dell’Agenzia delle entrate, gli aggiornamenti in corso degli immobili diroccati o non più esistenti permetteranno ai rispettivi proprietari di non muovere dito, senza applicazione di tasse e spese.
Ma per il sindaco Fernando Carrrara il problema è più ampio.
«Ci sono cause giudiziarie andate avanti per decenni e concluse con la divisione di fondi e stalle che in realtà sono franati nel lago», ha sottolineato l’amministratore. «Il Vajont continua a creare situazioni indelicate a livello burocratico. Sarebbe sufficiente definire, a costo zero, che l’intero Toc è di competenza statale o regionale. Nessuno avrebbe da ridire visto che quei terreni sono soggetti a vincoli rigidissimi fin dal 1957».
Fabiano Filippin
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