Arruolata un’azienda per il recupero dei ticket non pagati
BELLUNO. Via libera al recupero dei crediti vantati e non riscossi dall’Usl 1 nel decennio 2003-2013. Un’azione diretta, pensata per non lasciare scampo a chi non ha ottemperato ai propri obblighi. E chi non si adeguerà potrà subire anche un’ingiunzione di pagamento e il pignoramento dei propri beni.
L’Usl 1 ha decio di muoversi, sotto lo sprone dei revisori del conti: fatti i conti, infatti, l’azienda sanitaria si è trovata con un credito di 1.310.180,25 euro. Una cifra che dovrà essere recuperata da 5.502 utenti, persone che si sono “dimenticate” in questi dieci anni di pagare i ticket di prestazioni mediche, nonostante i numerosi solleciti da parte dell’azienda. Tra i debitori troviamo anche 594 clienti stranieri, titolari di poco meno della metà del totale (618.990,52, il 47,2% dell’intero credito). Con ogni probabilità, su loro grava il costo dei soccorsi eseguiti con l’elicottero del Suem 118.
I debitori. Sei le fasce di importo in cui sono stati divisi i debitori: 1.329 utenti devono all’Usl dai 5 ai 20 euro per un importo di 20.908,27 euro; 2.044 quelli che devono pagare dai 20 ai 50 euro (70.496,42 euro); a questi si aggiungono i 966 da cui l’azienda sanitaria attende il pagamento complessivo di 68.463,88 euro per importi dai 50 ai 100 €; la fascia da 100 a 200 euro include 475 debitori per un totale di 66.270,64 euro; nella quinta fascia (dai 200 ai 300 euro) ci sono 159 utenti da cui l’Usl avanza 39.151,17 euro; infine, nell’ultima fascia (oltre 300 euro) ci sono ben 529 utenti, detentori di un debito che supera il milione di euro (1.044.889,87). E in quest’ultima fascia sono gli stranieri a fare la parte dei leoni: «Nei loro confronti il recupero del credito sarà più duro», sottolinea il direttore amministrativo dell’Usl numero 1, Francesco Favretti.
Il recupero. Da un paio d’anni l’azienda di via Feltre si è posta, tra i tanti obiettivi annuali, anche il recupero di queste somme milionarie. Un’operazione tutt’altro che semplice. Ecco così spiegata la decisione di affidare l’attività a un operatore esterno. «È stato pubblicato un avviso per un’indagine di mercato per l’individuazione dell’affidatario», precisa Marco Fachin responsabile dell’Economato, «e si sono presentate 13 ditte. A parità di importo che abbiamo messo a disposizione per il recupero di questo credito, circa 40 mila euro, è stata scelta la Recus Spa di Villorba, la società che ha presentato il piano di recupero più alto: 210 mila euro».
Le regole precise. «Si tratta di un’operazione sperimentale della durata di 18 mesi», spiega Favretti, «la ditta incaricata riceverà la somma pattuita in percentuale rispetto al credito recuperato». Su questo punto, infatti, l’Usl è stata molto attenta a non dover sborsare ulteriori risorse e a porre condizioni ben precise: «All’aggiudicatario sarà corrisposta esclusivamente la percentuale di aggio prevista e secondo un cronoprogramma che abbiamo definito nel disciplinare di gara». Alcuni esempi: in caso di inadempienza o ritardo nell’esecuzione delle prestazioni, la società trevigiana dovrà pagare una penale, che va dai 100 euro ai 500 euro a seconda del tipo di inadempienza; entro i primi sei mesi, la Recus dovrà riscuotere il 30% di quanto dichiarato, dopo un anno il 60%, e a 18 mesi il 100%; qualora lo scostamento da queste percentuali superi il 10%, l’azienda sanitaria potrà risolvere il contratto. «Abbiamo scelto una procedura sperimentale efficace, ma anche poco invasiva verso gli utenti per evitare contestazioni», precisa Favretti. «Non conoscendo bene il mercato, visto che solitamente è Equitalia ad agire, abbiamo fatto una gara a cui non ha partecipato la società che lavora per conto dello Stato».
La gara europea. «Per la restante somma», anticipa Fachin, «avvieremo una gara europea, anche se scorporeremo la quota degli stranieri». «Nel frattempo», conclude Favretti, «i crediti del 2014 sono già in corso di recupero e stiamo pensando ad un accordo con Poste spa per l’invio in automatico dei solleciti».
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