Arsenale in salotto ma il collezionista l’ha passata liscia

AURONZO. Un piccolo arsenale in casa. Ma tutte armi che non richiedevano una denuncia all’autorità. E così Alì Vecellio è stato assolto, perché il fatto non costituisce reato. Anni fa era stato...
AURONZO. Un piccolo arsenale in casa. Ma tutte armi che non richiedevano una denuncia all’autorità. E così Alì Vecellio è stato assolto, perché il fatto non costituisce reato. Anni fa era stato portato a processo per detenzione abusiva di armi (13 baionette, due coltelli, un piccolo revolver e una sciabola da esercitazione), ma il lungo procedimento penale si è chiuso con la sentenza di assoluzione. Male che andasse, il rischio era quello di dover pagare un’ammenda di 350 euro, come richiesto dal pubblico ministero Rossi. Il difensore Mazzoccoli ha spinto per l’assoluzione, approfittando anche del fatto che nel 2010 è cambiato l’articolo 38 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, quello che disciplina la denuncia di acquisto e detenzione di armi e alla fine l’ha ottenuta. Novanta giorni per il deposito delle motivazioni, difficilmente, però, la procura della Repubblica impugnerà la sentenza, chiedendo la condanna in Appello. Dovrebbe essere chiusa qui.


Alcune di quelle armi erano appese sopra il caminetto: non solo non davano fastidio, ma non erano nemmeno in grado di fare del male. Vecellio è un tiratore sportivo e ha sempre avuto una grande passione per il collezionismo. Nel corso di un normale controllo a casa, i carabinieri non avevano faticato ad accorgersi del fatto che sui muri ci fossero baionette, sciabole e anche una piccola rivoltella. L’uomo è in possesso del regolare porto d’armi, ma non riteneva di dover denunciare la detenzione di questo materiale, a differenza dei militari.


Ne è nato un procedimento penale, nel corso del quale c’è stato bisogno anche di una consulenza tecnica sulla rivoltella. Il perito ha stabilito che, al di là della scarsa potenza, il meccanismo di sparo era danneggiato e al massimo sarebbe potuto partire un colpo, non di più. Durante la discussione, è emerso che la sciabola era un simulacro d’arma, i coltelli erano articoli di libera vendita e gli altri pezzi erano cimeli storici. La procura aveva chiesto un ammenda, ma c’è scappata l’assoluzione.


Gigi Sosso


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