Arsiè, il Comune inciampa sugli appalti
Aspre, incalzanti e sempre più forti, le polemiche sferzate dall'opposizione hanno finalmente toccato un nervo scoperto. E stavolta lo scontro di caratteracci non c'entra. Perché venerdì sera l'amministrazione è stata colta - per la seconda volta - in fallo sulla questione degli appalti pubblici. Non per il torto, visto che la responsabilità in ogni caso è del dirigente del servizio tecnico, bensì per l'impreparazione di fronte alle evidenze.
Il caso è noto: a fine anno il Comune ha assegnato custodia, pulizia e manutenzione dell'ecocentro per il 2016 alla cooperativa Tempus di Fonzaso. Tra i requisiti chiesti nel bando c'era l'anzianità di servizio: avrebbe ottenuto più punti chi attestava più anni di esperienza nel settore. Quelli avanzati dalla Val Cismon e dalla Via (Cadore) erano sei, dalla Tempus oltre otto. Peccato che l'operaio impiegato all'ecocentro dalla coop fonzasina, assunto dopo un periodo di prova dalla Val Cismon per via delle clausole sociali di assorbimento e protezione delle persone con difficoltà occupazionali, avesse appena due mesi di pratica.
La questione era stata sollevata nel consiglio del 29 gennaio da Beniamino Faoro, suscitando i dubbi dell'amministrazione. «Provvederemo a fare le opportune verifiche», aveva assicurato il sindaco Luca Strappazzon. Il 5 marzo la Tempus ha licenziato l'operaio. Venerdì la questione non poteva che tornare sul banco: «Propongo che il bando venga ripetuto con l'esclusione della Tempus», esclama Faoro, «il sindaco avrebbe dovuto vigilare». «L'unico responsabile in questo caso è il dirigente tecnico», puntualizza il segretario Francesco Pucci, che è anche responsabile anticorruzione, «se dovesse avere omesso di fare gli opportuni controlli, la responsabilità sarà soltanto sua, visto che è stato lui a indire e a gestire il bando. Noi lo abbiamo informato appena saputa la cosa, non potevamo fare altro».
Ma Faoro non si accontenta: «Se l'amministrazione non è responsabile di quel che avviene nel suo Comune, noi che ruolo abbiamo?». Per parte sua, il 4 marzo l'esclusa Val Cismon ha chiesto al Comune di annullare il bando e si riserva di presentare un esposto in Procura. La risposta del Comune è attesa entro il 19.
Altro appalto, altra polemica: questa volta si tratta dello sgombero neve. Nelso Bassani aveva chiesto al Comune di verificare la regolarità dell'uscita effettuata dalla ditta appaltatrice Zanella di Feltre in data 2 gennaio sulla strada Rocca-Incino. «A me risulta che quel giorno abbia operato una persona non dipendente e con un mezzo non intestato alla ditta», esclama il consigliere di opposizione. «I carabinieri ci hanno detto di non aver rilevato irregolarità e a noi non risulta alcun subappalto», puntualizza il sindaco, ma Bassani replica: «Non sono loro gli unici che possono verificare: voglio sapere chi era la persona che ha spalato la neve quel giorno».
Altro sgambetto sulla questione della fuoriuscita dalla Val Cismon, per cui il Comune ha presentato anche un ricorso al Tar. Nella seduta di venerdì infatti il sindaco Strappazzon ha comunicato che, su richiesta di alcuni consiglieri, si sta valutando la possibilità di ritirare la recessione. Ma Dario Dall'Agnol ha puntualizzato che «la delibera di voto del consiglio è stata pubblicata e per quel che so io il consiglio della coop ha preso atto della decisione, quindi immagino che il Comune dovrà piuttosto presentare una richiesta per essere riammessa». Il ricorso per accesso agli atti sugli appalti della Val Cismon non è ancora stato ritirato.
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