Arsiè, stangata sulla Tari per racimolare entrate
ARSIÈ. Tari aumentata del 20 per cento. Questo è quanto è emerso dal consiglio comunale riunitosi nella tarda serata di ieri, che ha decretato l’aumento della tassa sui rifiuti rispetto a tutte le altre imposte come Tasi e Imu, rimaste invariate. La motivazione che ha spinto l’amministrazione guidata dal sindaco Luca Strappazzon a compiere questo passo è stata giustificata dal bisogno di raccogliere una cifra intorno ai 230mila euro nel corso dell’anno, comprensiva di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Sulla questione si è subito accesa la minoranza, che con Omar Tonin ha espresso il proprio disappunto.
«Potremmo attuare la raccolta dei rifiuti porta a porta», ha suggerito il consigliere, «per evitare alle famiglie arsedesi di affrontare questa ulteriore spesa». Ipotesi negata dal primo cittadino il quale ha subito sottolineato che «essendo Arsiè formato da tante case sparse, i costi non farebbero che lievitare ulteriormente», portando così Tonin di nuovo alla replica. Il consigliere ha infatti ribadito che aumentando i costi della Tari non si incentiva la natalità, che nel Comune di Arsiè si sta abbassando sempre più. Lo stesso concetto è poi stato ripreso anche dall’altro consigliere di minoranza, Beniamino Faoro, che ha espresso la propria contrarietà alla delibera sottolineando che i costi andrebbero ad aggravare la situazione di quei nuclei famigliari che si basano su un solo reddito, con una spesa pro capite che andrebbe ad aumentare. Strappazzon ha concluso affermando che «per anni l’amministrazione non ha imposto aumenti, ma la scelta è stata voluta dalla Comunità Montana».
Altro argomento trattato è stato quello che ha visto coinvolto il consigliere Beniamino Faoro nella vicenda legata all’accesso agli atti per verificare la documentazione su presunti abusi edilizi e tributari che lo riguardano. Il sindaco ha presentato un’interrogazione con quattro quesiti per capire se la richiesta del consigliere fosse del tutto legittima e legata all’espletamento del suo mandato. Se è vero che Faoro ha presentato una richiesta di accesso agli atti in qualità di consigliere comunale e non solo.
«I se sono troppi e superflui», ha risposto Faoro, che si è dilungato leggendo una lettera, nella quale ha spiegato di aver agito «per fini istituzionali e non privati», senza tuttavia entrare fino in fondo alla questione, citando una lettera scritta da anonimi che sarebbe stata inoltrata alla Procura nella quale si sarebbe toccata la questione, ritenuta da Faoro «un atto lesivo e diffamatorio nei suoi confronti», che lo ha portato a denunciare il fatto. Il consigliere ha poi ripercorso le tappe della vicenda, dove ha citato le date dei presunti sopralluoghi invitando però a rivolgersi al suo legale per ulteriori domande.
Strappazzon ha ritenuto le risposte del tutto insoddisfacenti, ribadendo la scarsa chiarezza di Beniamino Faoro sulla vicenda: «Un comportamento politicamente scorretto e grave. Resto a disposizione del consigliere Faoro e del suo avvocato per tutti i chiarimenti del caso. Non è stato chiarito, invece, il rilievo pubblico della richiesta di accesso agli atti».
Dante Damin
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