Ascensore alla Casa della Regola L’assemblea si schiera: no al Tar
VODO. L’assemblea generale della Regola Staccata di Vodo dice no al ricorso al Tar contro il Comune. Tema della discordia l’ascensore che la Regola voleva realizzare all’ex Latteria, attuale Casa della Regola.
La Regola, presieduta da Gabriella Talamini, intendeva impugnare al Tar la delibera del consiglio comunale, dove, con il voto contrario del gruppo di opposizione, era stato stabilito che l’ascensore, così come progettato, non fosse un’opera di interesse pubblico. La scelta di adire alle vie legali è stata assunta dal comitato di amministrazione della Regola, formato oltre che dalla Talamini, dal vice presidente Sergio Giacomo Zangrando e dai consiglieri Giovanni Zammichielli e Luigi Belfi. L’organo di verifica della Regola aveva poi stabilito che ad esprimersi in favore o contro un eventuale ricorso al Tar dovesse essere l’assemblea. Così la Talamini ha convocato la seduta, ma nel mentre i legali avevano già depositato il ricorso. I regolieri hanno votato che non si debba procedere con il ricorso contro il Comune, andando contro la proposta della presidenza. Il tema in paese era sentito e all’assemblea si sono presentate 58 famiglie del centinaio che compongono la Regola Staccata, un’affluenza record per le assemblee di Vodo. Il 65% dei presenti ha votato contro il ricorso al Tar, il 10% si è astenuto e il 25% a favore.
«I regolieri in maniera democratica e lungimirante», dichiara il sindaco Domenico Belfi, «hanno votato con estremo buon senso decidendo che non fosse opportuno aprire un contenzioso tra Regola e Comune, che rischiava unicamente di dover spendere soldi per avvocati. I regolieri hanno auspicato che i due enti possano collaborare e avere un confronto pacifico. La comunità di Vodo ha dimostrato grande maturità e buon senso e io, come sindaco, non posso che compiacermi per questo e rinnovare l’invito alla presidente Talamini a venire in Comune per dialogare sull’ascensore e su altre tematiche. Sebbene le famiglie dei regolieri per il 75%, se si sommano i contrari al ricorso e gli astenuti, abbiano disconosciuto la linea della presidente, l’amministrazione comunale resta aperta a discutere i temi per il bene del paese».
«Noi», prosegue, «abbiamo valutato tutti gli aspetti, anche con i dipendenti dell’ufficio tecnico. Il nostro compito in consiglio comunale è la salvaguardia dell’interesse pubblico, e abbiamo deliberato affinché non venisse ostruito un passaggio di uso pubblico, che con l’ascensore, così come pensato dalla Regola, avrebbe impedito ai pedoni di salire sia ai locali commerciali dell’edificio sia alla ciclabile dove c’è anche il bar comunale, all’ex stazione, che offre un servizio pubblico. L’ascensore avrebbe poi dovuto essere realizzato in deroga alle norme urbanistiche, creando un precedente che ci avrebbe costretto ad autorizzare la stessa operazione su tutti gli edifici di via Nazionale».
Alessandra Segafreddo
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