Ascon: «Rispettate tutte le regole»
Schillkowski auspica il rapido dissequestro dell'impianto di Busche
L’impianto Ascon di Busche, sotto sequestro da venerdì scorso
CESIOMAGGIORE.
La decisione della Procura di effettuare il sequestro preventivo dell'impianto viene definita «un fatto grave che danneggia l'attività lavorativa e il buon nome dell'azienda che ha operato nel rispetto delle regole». Chi parla è Klaus Schillkowski
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Il presidente e amministratore delegato dell'Ascon con il sito sequestrato a Busche esce allo scoperto, spiega le buone ragioni della sua azienda, né difende l'attività e confida in una rapida risoluzione del caso con il ritorno alla piena operatività del sito di Busche. Gli agenti della forestale si sono presentati venerdì mattina nell'area occupata dall'impianto per la produzione di conglomerato bituminoso e hanno applicati i sigilli stoppando di fatto la produzione.
L'ennesimo capitolo di una vicenda che va avanti da qualche anno in un tira e molla che da una parte vede la Ascon e dall'altra i residenti di riva San Gabriele. Schillkowski rivendica la correttezza dell'azienda in tutti i passaggi che hanno portato alla progettazione, all'istallazione e alla messa in funzione dell'impianto: «Non si tratta di un nuovo insediamento ma della sostituzione indispensabile dell'impianto vecchio che produce da oltre 40 anni. L'attuale impianto è di nuova generazione prodotto dalla ditta Marini-Fayate (impianto ecologico) migliorativo sotto ogni aspetto, che permette di produrre con maggiore qualità, risparmio energetico e con minore emissione di fumi e rumori».
L'analisi dell'amministratore delegato si sposta sull'aspetto economico: «Con un notevole impegno finanziario e dopo un lungo iter burocratico, in ottemperanza a tutte le disposizioni e le richieste delle varie autorità, abbiamo ottenuto tutte le autorizzazioni e con ritardo di oltre un anno l'impianto è entrato in funzione. Nel frattempo alcuni cittadini che a quanto pare vorrebbero fare chiudere un'attività che opera in quel sito da molti decenni, hanno presentato un esposto alla provincia/procura lamentando irregolarità nelle autorizzazioni dell'opera e chiedendo l'annullamento della concessione». Infine l'auspicio: «Siamo fiduciosi», conclude Schillkowski, «che effettuate tutte le verifiche necessarie, tutto risulterà chiarito e confidiamo in un rapido dissequestro».
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