Asili e nidi, la Regione taglia il 26 per cento delle risorse

BELLUNO. È stata tagliata del 26% la quota girata dalla Regione al Comune di Belluno per la gestione delle scuole materne e degli asili nido. Palazzo Rosso deve fare ancora una volta i conti con i...
- Piccoli ospiti di un asilo nido
- Piccoli ospiti di un asilo nido

BELLUNO. È stata tagliata del 26% la quota girata dalla Regione al Comune di Belluno per la gestione delle scuole materne e degli asili nido. Palazzo Rosso deve fare ancora una volta i conti con i tagli alle risorse e ai trasferimenti: ne negli ultimi anni i tagli hanno visto ridurre di ben 11 milioni le disponibilità finanziarie dell’ente locale.

«Venezia ha ripartito i contributi 2015 alle scuole della prima infanzia di Belluno», dice il primo cittadino Jacopo Massaro. «E i conti si fa presto a farli: ai nidi privati parificati Fism sono state assegnate il 24,6% di risorse in meno rispetto all’anno precedente; ai nidi privati il taglio ha toccato quota 29,9%; ai nidi pubblici andrà il 25,5% in meno. In totale i tagli ammontano a 45 mila euro, per una riduzione media del 26% rispetto al 2014», dice preoccupato il sindaco. Che rileva, anche, come «questi tagli arrivino a fine ottobre, quando i nidi hanno già sostenuto i dieci dodicesimi dei costi. Ora dovranno lavorare di fantasia per riuscire a chiudere il bilancio in pareggio. Ancora una volta si scarica tutto sui Comuni, che fanno quotidianamente i salti mortali per difendere i servizi ai propri cittadini».

Benché le risorse siano diminuite, «con grandi sacrifici e finanziando realmente le priorità», precisa il capo di palazzo Rosso, «siamo riusciti a garantire per tutti i trasferimenti degli anni precedenti. Non è stato facile. Ora, stiamo lavorando anche per riportare ai vecchi livelli la biblioteca, tramite altri sistemi organizzativi. Con fatiche inenarrabili abbiamo provveduto a mettere a disposizione della Fism, i 150 mila euro che eroghiamo ogni anno».

«Se la prospettiva è questa», conclude il sindaco, «in pochi anni buona parte di queste strutture chiuderà. Per cui è necessario che tutti gli enti applichino la stessa spending review dei Comuni, che hanno mantenuto i servizi, nonostante la mannaia statale». (p.d.a.)

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