Asili nido comunali e di montagna a rischio di chiusura
BELLUNO
Gli asili nidi del comune di Belluno sono a rischio chiusura. Per questo l’altro ieri l’assessore comunale all’infanzia, Marco Da Rin Zanco si è recato a Padova alla riunione dell’Anci veneto per chiedere al governo un intervento di riassetto complessivo del sistema delle regole che governano il contenimento delle spese di personale nelle amministrazioni locali, ponendo particolare attenzione a salvaguardare le attività scolastiche di montagna.
Nel comune capoluogo l’allarme riguarda gli asili nido di Levego e di Mur di Cadola. «Il problema non è immediato», precisa l’assessore, «ma si presenterà il prossimo anno, da settembre. Tutto nasce dal fatto che le attuali leggi, previste anche dalle precedenti manovre del governo, hanno imposto una stretta alle assunzioni per gli enti locali. Questo si riversa su tutto il personale, compreso quello educativo che opera negli asili nido». E da qui quindi la necessità che le regole attuali cambino.
Il blocco delle assunzioni riguarda anche le società partecipate, come la Sersa per cui si sta discutendo quale sia la forma giuridica migliore per poterla salvare da questa situazione, evitando così di tagliare un servizio alla persona importantissimo. La stessa cosa riguarda anche gli asili nido. Attualmente il comune di Belluno gestisce due strutture, quella di Levego che si articola in un’unica sezione e quello di Mur di Cadola che comprende cinque sezioni. Il prossimo anno un’educatrice andrà via da Levego e così si pone il problema di come sostituirla, «cercando di scongiurare la chiusura dell’unica sezione che sta funzionando molto bene», sottolinea Da Rin che aggiunge: «Saremo costretti, se la legge non sarà modificata, o a chiudere il nido oppure a spostare un’educatrice oggi in forza nella struttura di Cavarzano in quella di Levego. Questa situazione diventa ancora più pesante se si pensa ai tagli che il governo ha inflitto anche agli asili privati, che potevano davvero dare un supporto alle famiglie. Tramite l’Anci quindi chiederemo all’attuale governo di prevedere una modifica a queste norme, almeno per i comuni di montagna dove il servizio è ancora più importante».
Paola Dall’Anese
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi