Asino con anemia infettiva una stalla sotto sequestro
BELLUNO. Sequestrato un allevamento di cavalli e asini a Pian Longhi in Nevegal per anemia infettiva equina.
Il 19 settembre scorso il servizio veterinario dell’Usl n. 1 ha riscontrato la presenza di un focolaio di anemia infettiva equina tra gli animali di una azienda agricola in Nevegal.
L’allarme è stato lanciato quando un asino dell’allevamento ma di proprietà di una bellunese è stato trovato positivo alla malattia. A quel punto il servizio veterinario ha disposto il sequestro degli 8 cavalli e due asini presenti nell’azienda e l’isolamento degli equidi con sintomi sospetti e con esito positivo agli esami di laboratorio. Vietata anche l’introduzione qualsiasi equino proveniente da allevamenti indenni nelle strutture adibite all’isolamento degli animali infetti, mentre è permessa la movimentazione degli animali sieropositivi esclusivamente per motivi legati alla loro salute oppure per essere destinati alla macellazione. Le scuderie, infine, dovranno essere sottoposte a ripetute disinfezioni e distruzione degli insetti emotofagi.
Nel frattempo, dopo la notizia dell’infezione, la proprietaria dell’asino colpito dall’anemia e ad oggi l’unico risultato positivo nell’azienda agricola, ha deciso di macellarlo.
Ora l’intero allevamento dovrà rimanere sotto sequestro per 40 giorni, al termine dei quali se nessuno degli animali presenterà i sintomi e risulterà come oggi negativo, potrà uscire dal recinto e quindi spostarsi nel territorio.
«L’anemia infettiva equina», spiega Gian Luigi Zanola, direttore del servizio veterinario dell’Usl n. 1, «è una malattia che si trasmette solo tra equini e non è contagiosa per l’uomo. Ogni due anni gli equini vengono sottoposti a controlli di laboratorio. Da noi questa malattia è abbastanza rara visto che non ci sono allevamenti diffusi di cavalli o asini, cosa che invece si riscontra più facilmente in centro Italia», prosegue Zanola.
Ed è proprio durante i controlli routinari, che uno dei due asini presenti nella azienda agricola è risultato positivo. «In via preventiva abbiamo messo in quarantena gli altri animali, e finchè non ci sarà la negatività non potranno uscire da là. L’asino infetto, se non fosse stato macellato, avrebbe dovuto rimanere, infatti, isolato per il resto della sua vita dal resto degli altri equidi».
Ma in questi giorni è ripartito l’allarme anche per l’influenza aviaria dopo che in Veneto si sono riscontrati casi di positività. Di questi due casi, uno è accaduto in provincia di Treviso. Per questo la Regione ha emanato un decreto con cui vieta, finché l’emergenza non passerà, di portare galline, polli e tacchini nei mercati e nei luoghi pubblici. (p.d.a.)
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