Assalto al Pronto soccorso «I letti sono esauriti»
BELLUNO. Letti esauriti all’ospedale di Belluno. Colpa dell’epidemia influenzale, che sta tenendo impegnato tutto il personale.La malattia stagionale si è rivelata molto aggressiva e in questi giorni sta raggiungendo la sua fase di picco: ciò significa che si dovrà attendere probabilmente la fine del mese per un ritorno alla normalità.
«È un disastro», commenta il primario del Pronto soccorso, Giovanni Gouigoux, alle prese con oltre 130 pazienti al giorno, «non ho ricordi negli ultimi anni di così tanta gente che sta male per l’influenza, quest’anno pare essere molto più virulenta. Il mio reparto e l’intero ospedale sono molto impegnati. L’astanteria è piena: qui mettiamo i pazienti che nel giro di 24 ore o poco più dovrebbero superare la fase critica. Anche perché negli altri reparti non c’è posto. In questo modo cerchiamo di non aggravare la situazione nelle altre unità operative».
I medici di base. Sono sotto pressione anche i medici di base, alle prese quotidianamente con un centinaio di persone, tra le visite in ambulatorio e quelle a domicilio. «Gran parte di questa emergenza la dobbiamo al fatto che sono diminuiti i pazienti vaccinati», dice Umberto Rossa, presidente dell’Ordine dei medici. «Gli anni scorsi, l'incidenza dell'influenza era inferiore. Ora ci sono tanti casi con bronchiti, anche serie. Siamo, però, nell’ambito della normalità del periodo influenzale. Non dimentichiamo che i posti letto negli ospedali sono diminuiti, la gente è sempre più anziana e sempre più affetta da pluripatologie; in periodo di epidemia si intasano i servizi territoriali e ospedalieri. L'importante sarebbe che la gente si vaccinasse, anche se le campagne mediatiche sulla pericolosità del vaccino stanno vanificando il nostro lavoro».
«Ci stiamo ammazzando di lavoro», dice il fiduciario dei medici di base Fabio Bortot, «e la situazione è drammatica. Generalmente vedo una cinquantina di pazienti al giorno, ultimamente ne visito dai 70 agli 85 e a ciò si aggiungono le 6-7 visite a domicilio».
Poi, Bortot rassicura coloro che pensano che il Pronto soccorso sia intasato perché i medici di base non fanno da filtro: «Noi quelli che sono curabili a casa li curiamo, quelli che riteniamo critici, li mandiamo all’ospedale, dove la maggior parte di loro vengono ricoverati: ciò significa che stanno male davvero».
Il dg dell’Usl. Ridimensiona la situazione Pietro Paolo Faronato, direttore generale dell’Usl 1: «Tutti gli anni c'è un picco», dice, «ma quest'anno l’influenza è piuttosto virulenta. Se a ciò aggiungiamo la riduzione della copertura vaccinale, possiamo capire i motivi di questa emergenza. Inoltre, qualche operatore si è ammalato e così ci troviamo a corto di personale. I pazienti, comunque, vengono gestiti in maniera dinamica e divisi, visto il sovraffollamento a Belluno, tra Pieve di Cadore e Agordo».
Faronato sottolinea che per evitare questi “assalti all’ospedale”, «stiamo valorizzando al massimo le cure territoriali, per le quali abbiamo trovato anche un responsabile pro tempore, che rientra proprio nella gestione della cronicità».
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