Assemblea di fuoco al circolo tennis Belluno

Pepe Rigamonti rassegna le dimissioni, Talamini le minaccia, i soci si dividono Si doveva parlare delle dimissioni di Riberto, messi sul tavolo i tanti contrasti
Di Alessia Forzin

BELLUNO. Dimissioni date e minacciate, toni accesi, una baraonda completa. Il circolo tennis Belluno ha vissuto ieri una delle giornate più difficili della sua storia. Era convocata per il primo pomeriggio l’assemblea chiesta dai soci (un’ottantina) attraverso una raccolta firme. Volevano chiarezza in merito alle dimissioni del maestro Francesco Riberto, avvenute ancora a luglio. Ma delle dimissioni si è parlato poco. Quasi niente, giura chi c’era.

Di certo c’è che si è dimesso dal suo incarico di direttore Pepe Rigamonti (era stato il direttivo a chiedergli di assumersi questo ruolo, il 27 giugno, ma lui dice di non aver mai avvallato la richiesta) e che Andrea Talamini, membro del direttivo, ha minacciato di farlo. Rigamonti ha fatto leggere una lettera al presidente, Ruggero Orlando, perché all’assemblea non ha partecipato. Il resto (leggi: il futuro del circolo) è avvolto nella nebbia.

Andando con ordine, l’assemblea si è svolta in campo, perché il bar e l’ufficio sono troppo piccoli per riuscire a contenere la cinquantina di persone (molti con deleghe di altri soci) che si è presentata ieri a Fisterre. Numeri che non si vedono da tempo alle assemblee. Dopo la premessa di Orlando, Francesco Riberto ha spiegato le motivazioni delle sue dimissioni. Sostanzialmente una non condivisione delle scelte e di alcune decisioni del direttivo e del direttore, Rigamonti. Riberto ha anche contestato il fatto che Rigamonti sia stato nominato direttore pur non essendo maestro nazionale Fit. Da qui il tema si è allargato ai rapporti fra il direttivo e Rigamonti e la situazione è degenerata quando i soci hanno iniziato a chiedere spiegazioni che non ottenevano.

All’ordine del giorno c’erano le dimissioni di Riberto, non altro, e il presidente Orlando ha sciolto l’assemblea senza dare risposte sui bilanci (per altro approvati in aprile alla presenza di pochissimi soci). A quel punto l’assemblea è proseguita, autogestita, in un clima che si è fatto sempre più infuocato. Andrea Talamini ha minacciato le dimissioni, alcuni soci se ne sono andati, altri hanno iniziato a parlare l’uno sull’altro, creando molta confusione.

Dal direttivo nessun commento alla notizia, ieri. Riberto dice solo: «Mi sono presentato per spiegare le mie motivazioni, perché questo tema era all’ordine del giorno, da questo momento mi metto in disparte e i soci valuteranno da soli la situazione». Non è chiaro cosa accadrà ora. Dovrà essere convocata un’altra assemblea, per dare quelle risposte che non sono state fornite ieri, e per mettere ordine in una situazione che è esplosa. Che ci fosse del malessere latente era evidente, che si arrivasse alla resa dei conti in questa maniera ha provocato un autentico terremoto a Fisterre.

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