Assistenza scolastica integrata garantita una parte dei rimborsi
belluno
Dopo una lunga trattativa, alla fine è stato trovato un compromesso: la Cooperativa socio-culturale di Mira garantirà una parte del rimborso chilometrico agli operatori dell’assistenza scolastica integrata per persone con deficit visivi e uditivi.
A darne notizia è il segretario dalle Fp Cgil, Fabio Zuglian che sta seguendo la partita e che annuncia l’intenzione di continuare la battaglia per ottenere «il giusto riconoscimento per questi operatori e per le famiglie dei ragazzi, perché è una battaglia per la montagna. Dobbiamo fare in modo che vengano assegnate le risorse adeguate alle esigenze del territorio e necessarie per garantire i servizi».
Il problema, infatti, è nato con il bando gestito da Azienda zero con cui è stato appaltato, a lotti, questo servizio in tutto il Veneto. Un bando che ha visto un taglio di risorse, che ha colpito particolarmente proprio la provincia di Belluno, che ha visto una flessione del 27%. Questo ha comportato la carenza dei fondi per pagare ai 19 operatori il rimborso dei chilometri che devono percorrere per raggiungere le case dei 39 ragazzi dove svolgono le lezioni scolastiche.
«La Cooperativa ha promesso che potrà coprire con le risorse in suo possesso, cioè quelle del bando, pari a 198 mila euro, soltanto i due terzi dell’intera spesa, garantendo così l’avvio del servizio per mercoledì. Cosa che non era nemmeno sicura qualche settimana fa. Speriamo nei prossimi mesi di trovare il resto dei fondi per chiudere il cerchio. Ringrazio», prosegue Zuglian, «per il senso di responsabilità la cooperativa e i lavoratori che hanno deciso di andare avanti ugualmente. Dispiace, invece, che il direttore dei servizi sociali dell’Usl 1, Dei Tos non abbia dato alcun appoggio ai lavoratori e soprattutto ai ragazzi e alle loro famiglie, rinviando la soluzione del problema alla cooperativa. Credo che questo delle risorse inadeguate non sia un problema soltanto della cooperativa Socio culturale veneziana, ma di tutto il territorio. Qui vengono applicati gli stessi criteri della pianura, senza tenere presente le distanze tra un comune e l’altro e i tempi di percorrenza», dice il segretario della Fp Cisl. Che lancia l’appello: «Come sindacato vogliamo partire proprio da qui per portare avanti una battaglia per il riconoscimento della specificità della montagna anche nelle assegnazioni dei contributi: servono più risorse rispetto alla pianura e soprattutto non possiamo applicare al Bellunese i criteri utilizzati per il resto della Regione. Rivendicare le giuste risorse significa tutelare i diritti delle persone, soprattutto quelle meno fortunate, e garantire a tutti i bellunesi parità di accesso ai servizi». —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi