Associazione a delinquere per gli 11 indagati
Associazione e delinquere. La Procura della Repubblica di Belluno la contesta agli undici indagati, che sono stati perquisiti venerdì mattina presto dagli agenti della Squadra mobile: devono rispondere, a vario titolo, anche di rissa aggravata, lesioni aggravate e violenza sessuale di gruppo. Questo c’è scritto nell’avviso di garanzia. Sequestrati telefonini, tablet e computer, che saranno esaminati da occhi molto esperti, alla ricerca di indizi e di collegamenti. I poliziotti cercavano anche droga a Ponte, Belluno e Soverzene, tanto è vero che erano accompagnati da alcuni cani specializzati, ma non risulta che nelle case e sui posti di lavoro siano state trovate sostanze stupefacenti.
Peraltro è tutto secretato e anche un giorno dopo la perquisizione si fa fatica a ottenere conferme, sia da parte della magistratura che dalla polizia. La fase è ancora quella delle indagini preliminari, durante le quali comanda il segreto istruttorio. I fatti sono compresi tra la fine di agosto e i primi di settembre dello scorso anno: sono passati otto mesi ed è ancora presto per avere delle certezze. È sicuro che si tratti di otto giovani di origine maghrebina, ma che vivono in Italia da sempre, e tre coetanei italiani. La miccia che ha fatto scoppiare l’inchiesta è una rissa furibonda nel parcheggio del negozio Expert di viale Dolomiti tra sabato 1 e domenica 2 settembre, nelle ore successive alla chiusura della sagra di Polpet. Sono più o meno le 3 del mattino e in giro c’è ancora qualcuno, quando due gruppi cominciano a picchiarsi in maniera violentissima.
Un 18enne bellunese viene colpito con calci e pugni in faccia e qualcuno gli spacca letteralmente la testa, mandandolo all’ospedale San Martino di Belluno, con fratture craniche per una prognosi superiore ai 40 giorni. Quella stessa notte arrivano sia i carabinieri dalla stazione di Ponte nelle Alpi che la polizia con la volante e sono i poliziotti ad assumere il comando delle operazioni, sentendo a sommarie informazioni tutti i presenti. È grazie alle loro dichiarazioni che cominciano a farsi un’idea di chi possano essere i ragazzi coinvolti.
Con l’aiuto anche delle telecamere della videosorveglianza del Comune di Ponte nelle Alpi scopriranno che c’era una sorta di banda che spadroneggiava all’interno della tradizionale sagra. Vista tutta la gente che la frequenta, i controlli agli ingressi si sono fatti, negli anni, sempre più severi, ma non sarebbe mancata almeno una violenza sessuale di gruppo ai danni di una ragazza. Non uno stupro, naturalmente, ma bastano anche dei palpeggiamenti da parte di più persone per poter configurare il reato. Potrebbe essere stato proprio questo il detonatore della zuffa furibonda.
E poi sono stati ipotizzati furti e molestie. Molestie che sarebbero proseguite anche a distanza di tempo nei confronti del ragazzo ferito fino ad assumere le dimensioni di uno stalking, cioè atti persecutori. —
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