Assolti sindaco, assessore e segretario

Non ci fu reato nel versamento delle multe in ritardo: cade l’accusa di omessa denuncia per Franceschi, De Biasi e Battaglia
Di Gigi Sosso

CORTINA. Nessun reato, nessuna denuncia. Il sindaco di Cortina, Andrea Franceschi, l’assessore al Patrimonio, Marco De Biasi, e il segretario generale Agostino Battaglia non possono essere accusati di omessa denuncia, dal momento che non c’è stato niente di delittuoso nella vicenda dei soldi delle multe versati in ritardo dal comandante della polizia locale Nicola Salvato. Ecco perchè sono stati assolti dal giudice Scolozzi: il fatto non sussiste. Le motivazioni tra venti giorni. Nel frattempo il primo processo a Franceschi è finito con l’assoluzione. Ora lo attende quello più importante, per abuso d’ufficio, turbativa d’asta, violenza privata e minacce e pubblico ufficiale (insieme al vice Pompanin, all’assessore Verocai e al vincitore dell’appalto sui rifiuti, Sartori).

Il pm Pesco aveva chiuso la propria requisitoria con una richiesta di condanna a una multa di 500 euro per Battaglia e di 400 per Franceschi e De Biasi. I difensori hanno demolito l’accusa anche citando una sentenza della pretura di Cortina del 1973 e per l’assenza anche solo del fumus del reato. Secondo Antonio Prade si è fatto un processo sul niente, «poi ci lamentiamo se il cittadino non capisce come funziona la giustizia».

Non ci sono infatti procedimenti penali verso i vigili urbani. La dipendente comunale dell’Ufficio tavolare sentita ieri è colei che, a distanza di tempo, ha segnalato a Battaglia un versamento anomalo da parte di Salvato. Gli ha fatto vedere anche la copia del bonifico da 981,76 euro del 12 dicembre 2008 fatto dal conto corrente del comandante. Non era tanto il ritardo, che poteva starci, ma la modalità a sorprendere. Una segnalazione avvenuta dopo che la donna aveva preso una multa da un vigile già destinato a Farra d’Alpago, multa fatta nel parcheggio riservato ai dipendenti dietro al cimitero, perché il contrassegno era caduto dal cruscotto: «Ci ha fatto un ultimo regalo» dirà la donna al sindaco.

Franceschi non aveva capito bene: «Sospettavo che Salvato trattenesse per sé i quattrini delle sanzioni» e non che ci fosse stato un semplice ritardo. Ecco perché aveva fatto una verifica urgente con Battaglia.

Il segretario ha svolto una piccola indagine e, quando Salvato gli ha dimostrato di non aver fatto niente di male, non è andato né dai carabinieri né si è rivolto alla procura della Repubblica. De Biasi ha dichiarato di non sapere niente, soprattutto del bonifico. Non ne aveva proprio memoria. Per tutti e tre gli imputati non c’era niente da denunciare e non l’hanno fatto. La pubblica accusa ha ritenuto provata la penale responsabilità degli imputati e chiesto la loro condanna, ma il giudice Scolozzi ha deciso diversamente.

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