Assoluzione per due processi su tre

Dai reati ai risarcimenti civili, passando per i divorzi: nei dati del tribunale di Belluno si legge uno spaccato di realtà

BELLUNO. Processi che durano in media 302 giorni, nei casi di reati che prevedono un solo giudice, o 514 giorni per il rito collegiale; un tasso di prescrizione che oscilla tra il 7 e l’8%; le assoluzioni, invece, sono il 60-64% del totale delle pronunce. È la fotografia che il presidente del tribunale di Belluno scatta in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Un momento, per i garanti della legge italiana, per mettere nero su bianco i numeri della macchina della giustizia. Compresi quelli, dolenti, del personale.

I dati bellunesi. Mentre nel settore civile si evidenzia un «calo sensibile delle pendenze complessive finali», si legge nella relazione della presidenza del tribunale di Belluno, con un calo a doppia cifra pari al -12,54%, nel settore penale le pendenze finali complessive aumentano del 15,7%. «Le performance non soddisfacenti del settore penale» si legge nella relazione, «sono riconducibili alla sproporzione tra il numero dei magistrati del pm e quelli del tribunale» oltre ad alcune prassi del passato su cui l’attuale presidenza è intervenuta. «A ciò si aggiunge» continua la relazione, «la mancanza di un giudice nel settore penale».

Il personale. È proprio l’organico una delle preoccupazioni principali della giustizia veneta. Un problema sollevato a suo tempo dalla procura e ribadito anche nella relazione annuale del tribunale, che evidenzia «un elevato turn over» e «consistenti scoperture». Belluno dovrebbe poter contare su un totale di 10 giudici in organico: un posto però è vacante e, a conti fatti, gli effettivi in servizio sono 7. Dieci in organico ed effettivi, invece, sono i giudici onorari di tribunale, i Got. Sul versante amministrativo la pianta organica prevede 42 persone ma a pesare sulla conduzione dell’ufficio sono le «consistenti scoperture» specialmente sulle qualifiche più elevate.

Il carcere. La relazione sulla giustizia veneta, diffusa in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario in Corte d’Appello, si sofferma anche sulla situazione delle carceri. C’è una generale tendenza in ripresa al sovraffollamento che incide sugli eventi critici. Nel caso di Belluno, che ha una casa circondariale con una media di 99 presenze (periodo 1/7/2016-30/06/2017) non c’è stato nessun suicidio ma ci sono stati 12 tentativi. Gli atti di autolesionismo sono stati 55. Numeri che fanno riflettere, soprattutto se confrontati con quelli degli altri penitenziari veneti. A Verona, Venezia o Vicenza le cifre sono simili ma la capienza decisamente maggiore.

I riti alternativi. C’è chi, anche tra i bellunesi, sceglie di non affrontare il classico processo preferendo un rito alternativo. Per quanto riguarda i procedimenti penali definiti con sentenza monocratica (numericamente maggiori rispetto a quelli definiti con sentenza collegiale) la percentuale di procedimenti definiti con rito alternativo è del 18%. Il più diffuso è il patteggiamento (57 casi nell’anno giudiziario 2016/17) mentre non si è celebrato nessun procedimento con rito direttissimo.

I divorzi. Non solo reati e risarcimenti. I tribunali offrono anche uno spaccato della vita coniugale dei bellunesi. Tra divorzi e separazioni, sono sopravvenute 467 istanze in tribunale, che ne ha definite 511 lasciandone pendenti 235. Divorzi congiunti e separazioni consensuali sono nettamente superiori rispetto ai contenziosi.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi