Assunzioni a scuola, al via la fase C per 204 docenti

Questo il contingente di potenziamento assegnato alla provincia di Belluno che entrerà in ruolo entro dicembre. I sindacati: «Ma pochi avranno il posto»
Di Paola Dall’anese

BELLUNO. Sono 204 i posti in organico di potenziamento che dovrebbero essere assegnati alla provincia di Belluno all’interno della cosiddetta “fase C”, l’ultima fase prevista dal decreto Buona scuola per dare stabilità ai docenti. «Di questi 204, 181 sono posti comuni divisi tra i 67 delle primarie, i 29 delle medie, gli 85 delle superiori, mentre i restanti 23 sono posti di sostegno», precisa Milena De Carlo, segretaria dello Snals.

In totale nel Bellunese sono stati assunti nelle fasi zero e A 94 docenti, nella fase B erano previste 50 assunzioni, ma solo 13 docenti hanno preso servizio avendo in corso una supplenza almeno fino al 30 giugno. «Molte le classi di concorso esaurite a Belluno che hanno costretto a scorrere le graduatorie nazionali», fa notare De Carlo.

Tornando alla fase C, i 204 docenti sono quelli richiesti dai presidi di tutte le scuole di ogni ordine e grado entro il 15 ottobre scorso. Su questi dati, l’Ufficio scolastico regionale ha ripartito le classi di concorso all’interno delle disponibilità presenti in graduatoria.

L’assegnazione dei docenti, però, avverrà tra il 12 e il 20 novembre, quando l’Ufficio scolastico veneto invierà alle scuole la dotazione da un minimo di 3 ad un massimo di 8 posti per scuola, compreso il Cpia. Poi entro dicembre dovranno essere assunti in ruolo.

La dotazione è stata fissata in base due parametri: per il 90% in base al numero degli alunni, mentre il 10% su diversi indicatori come la dispersione scolastica, la presenza di aree montane o la bassa densità demografica. Attualmente però l’Ufficio scolastico veneto ha attribuito solo la quota del 90%, mentre è in attesa di chiarimenti sulla restante percentuale.

Ma i problemi anche in questa fase non mancano, come denunciano i sindacati. «Non condividiamo la scelta dell’amministrazione di voler svuotare le graduatorie di ogni provincia, perché questo non permetterà alle scuole di avere il personale che richiede, creando così una maggior quota di precariato. E quindi, alla fine, si avrà un numero minore di docenti di potenziamento», dice Lorella Benvegnù della Cisl Scuola che aggiunge: «Ma non ci è chiaro cosa succederà se quei posti non saranno coperti subito, perché quelli chiamati sono già impegnati in supplenze, e così alla fine poche scuole potranno avviare il potenziamento per tutte le materie che avevano richiesto. Quindi oltre al danno anche la beffa».

Resta anche il problema dei docenti di seconda fascia «costretti a rimanere esclusi da questa tranche di assunzioni, malgrado siano abilitati e siano da anni nel mondo della scuola. E quindi cresce così il numero dei precari», conclude Benvegnù. «Per quest’anno, in fase provvisoria/transitoria l'assegnazione non è in proporzione al numero degli studenti per il 90% come anticipato nelle precedenti informative, ma in proporzione alla consistenza delle graduatorie ad esaurimento, e quindi il numero si riduce in questo modo», dice anche Milena De Carlo dello Snals.

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