Astra e Pleiadi, aperture mancate
Nel 2009 bocciate le offerte di Giacomazzi per i cinema di Feltre e Fonzaso

Il cinema Astra di Feltre
FELTRE.
Due offerte che avrebbero consentito di riaprire il cinema Astra e di rilanciare la multisala Pleiadi di Fonzaso con prime visioni in contemporanea nazionale e progetti mirati per le due strutture da anni allo sbando, chiuse e con un futuro ancora tutto da decifrare. Tutto messo nero su bianco nell'estate 2009 da Walter Giacomazzi, amministratore di Cinemotion, la società che gestisce alcuni cinema multisala sparsi nel Veneto. L'investimento immediato garantito era di oltre 250 mila euro, 180 mila per la multisala, il resto per il cinema Astra. E invece non se n'è fatto nulla. Dopo avere lasciato decantare la situazione, Giacomazzi si è deciso a parlare di Astra e multisala, due strutture per le quali aveva mostrato interesse sia dal punto di vista meramente professionale, sia affettivo perché «con un loro potenziale e perché la mia famiglia è stata coinvolta nella gestione». Walter Giacomazzi fa una disamina completa e ne ha per la Curia (proprietaria dello stabile che ospita il cinema Astra), per l'istituto di credito che ha ostacolato la sua entrata nella multisala di Fonzaso e per il fratello che delle Pleiadi era il responsabile fino a quando non ha portato i libri in tribunale avviando la procedura fallimentare e facendo scendere il sipario dopo nemmeno un anno dall'apertura.
Lo «scandalo» Astra.
Giacomazzi non esita a usare parole forti per commentare la perdurante chiusura del cinema cittadino, soprattutto dopo la sua proposta del luglio 2009: «Avevo presentato alla curia», racconta l'imprenditore cinematografico, «sette pagine in cui spiegavo i miei progetti per il rilancio del cinema Astra assicurando l'apertura l'1 ottobre 2009, l'ingresso nel circuito Cinemotion con prime visioni garantite a getto continuo e un'offerta economica, è vero, inferiore rispetto al passato, ma con degli incentivi legati all'andamento degli incassi. In più conoscendo quanto la proprietà sia interessata all'aspetto morale, avevo curato anche quella parte, garantendo proiezioni di qualità, un progressivo miglioramento tecnologico della struttura, la possibilità di ospitare congressi e altre manifestazioni, un cineforum interamente autogestito senza il bisogno di chiedere un euro a nessuno. Non mi hanno degnato neppure di una risposta. A quel punto ero convinto che si fosse fatto avanti qualcun altro che aveva offerto di più e che la curia avesse fatto la sua scelta. Tutto sommato ero contento per la città. Invece a distanza di oltre un anno e mezzo so che il cinema è ancora chiuso». Giacomazzi aggiunge: «Non so chi abbia intenzione di rilevarlo, ma evidentemente non è del mestiere e la curia dovrebbe spiegare ai cittadini come mai non ha voluto affidarsi ad un'impresa seria. Dico chiaramente che l'Astra l'avrei integrato nella rete di Cinemotion solo per l'affetto che nutro verso Feltre. So che non avrebbe prodotto grandi guadagni, ma è una sala storica e poi è assurdo che un bacino d'utenza di circa 50 mila persone non abbia lo straccio di un cinema. Mi ero fatto avanti con umiltà, con un'offerta che ritengo ancora adesso adeguata e sono stato ignorato. Ovvio che a questo punto il cinema Astra non mi interessa più».
La ferita delle «Pleiadi».
Per Walter Giacomazzi parlare del fallimento della multisala di Fonzaso non è facile, non foss'altro perché implicati ci sono il papà deceduto l'anno scorso e il fratello «che ha portato i libri in tribunale, mal consigliato dal suo staff, benché l'aspetto finanziario fosse l'ultimo problema». La sua ricostruzione parte dall'offerta respinta: «A fine estate 2009 l'ho presentata al curatore fallimentare, dottor Da Rin. Sul piatto mettevo circa duecentomila euro per il rilancio commerciale con un impegno a formalizzare una proposta d'acquisto al termine di un periodo di diciotto mesi durante il quale avrei pagato un profumato affitto. Un periodo che ritengo necessario per quantificare esattamente il giro d'affari della multisala». La trattativa si è arenata: «Il curatore è stato molto corretto e negli ultimi incontri la forbice tra il valore dato alla struttura e quello che io ritenevo congruo si era molto accorciata. Eravamo nell'ordine del 10, 15 per cento. Purtroppo la banca che fa parte del pool dei creditori ha rifiutato la proposta dell'affitto. In banca ho lavorato anch'io per molti anni e so come vanno i fallimenti. Rifiutare quell'offerta non è stata una scelta saggia. Garantiva la riapertura, la riqualificazione, la manutenzione e un futuro a lungo termine. Poi i fondi sono stati deviati su altre acquisizioni che hanno rafforzato Cinemotion sul mercato e a maggio ho ritirato la proposta. La multisala di Fonzaso mi interessa ancora ma quelle condizioni a questo punto non sono più valide e vanno ridiscusse».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Leggi anche
Video