Ater, in arrivo 33 nuovi alloggi popolari

La maggior parte in città, anche con soluzioni tecnologiche all’avanguardia. Dalla Regione fondi per le ristrutturazioni
Di Irene Aliprandi

BELLUNO. Cresce ancora il patrimonio di Ater. Sono 33 i nuovi alloggi di edilizia pubblica che stanno per essere completati o che hanno raggiunto un buon livello di progettazione. Tra gli interventi più interessanti c’è quello di Levego, dove 9 alloggi sono appena stati terminati e andranno in consegna tra gennaio e febbraio. Si tratta di un edificio particolare e sperimentale, dotato di tecnologie all’avanguardia a bassissimo consumo energetico, ben diversi, quindi, da quelli realizzati proprio a Levego una decina d’anni fa e dove le spese di riscaldamento sono parecchio elevate. Sempre a Belluno, in via Catarossi, sono appena stati recuperati 6 alloggi in categoria energetica B; sono in classe A, invece, i 4 alloggi di via Dolabella dove un rudere ha lasciato il posto a un moderno edificio in legno. È in legno anche la palazzina con 5 alloggi che sorgerà sul sedime dell’ex scuola elementare di Quantin ed è stato aggiudicato l’appalto per la chiusura del piano terra a porticato del condominio Ater di Boscariz, a Feltre, per 9 nuovi alloggi e benefici termici e sismici per tutto il palazzo. Infine, a Lamon, 4 vecchi alloggi saranno resi più efficienti grazie al cappotto.

L’Ater dunque continua la sua operazione di espansione ma anche di recupero degli edifici esistenti e che necessitano di manutenzione per vetustà delle strutture o per degrado “accelerato” da un uso poco rispettoso.

A sostenere, almeno in parte, le ristrutturazioni, è la Regione Veneto, mentre le operazioni di espansione immobiliare sono finanziate dall’azienda stessa. La Regione ha stanziato alcuni fondi (100 mila euro) anche nei giorni scorsi, proprio per il recupero a Belluno di due alloggi sfitti, che sono una trentina in tutta la provincia. Un terzo di questi appartamenti verrà messo in vendita, ma dopo la legge regionale del 2012 gli alloggi Ater non sono più appetibili come in passato, perché il loro prezzo è sempre più vicino a quello di mercato, cioè tra l’80 e il 70% a seconda del reddito. Rallentando le vendite diminuiscono anche le entrate e quindi le disponibilità economiche di Ater.

«Nel complesso», spiega il commissario Giovanni Puppato, «Ater possiede circa 1.750 alloggi. Con il piano straordinario del 2012, abbiamo stilato una lista di 860 appartamenti che hanno più di 20 anni e possono essere destinati alla vendita, ma finora l’operazione si è conclusa solo per 30 alloggi, mentre è in corso la vendita a prezzo dilazionato di altri 25 alloggi». Un andamento ben diverso da quello del passato, quando il cosiddetto riscatto Gescal (cioè a un prezzo agevolato a metà del valore di mercato) permise di vendere 500 appartamenti con un ricavo di circa 25 milioni di euro, reinvestiti per costruire 150 nuovi alloggi. Fino all’anno scorso Ater aveva anche la possibilità di accedere ai fondi Por Fesr (a gestione regionale) che consentirono di migliorare un centinaio di alloggi dal punto di vista dell’efficienza energetica. Cambiata la forma di vendita e chiusi i fondi Por, le risorse di Ater Belluno si sono assottigliate, eppure il bilancio è in attivo e la situazione rimane positiva, soprattutto se paragonata alle problematiche esistenti nelle altre province.

Le entrate arrivano dagli affitti, dalla tenuta delle graduatorie per tutti i Comuni tranne Feltre e dalle spese tecniche relative ai nuovi edifici, dato che la progettazione rimane interna, nonostante si stia riducendo anche il personale: 18 persone su una pianta organica di 25 e blocco del turnover da cinque anni.

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