«Attacchi vergognosi, l’Anpi difende la Costituzione»
BELLUNO. «Oggi stiamo assistendo a un vergognoso attacco all’Anpi per aver disturbato il “manovratore”: al contrario, l’associazione nel suo insieme e nella stragrande maggioranza dei suoi soci ribadisce la contrarietà alle riforme costituzionali proposte e richiama i motivi di adesione all’appello fatto da Giustizia e Libertà, con cui l’Anpi di Belluno ha sollecitato la creazione di un Comitato provinciale per la difesa della Costituzione e per il “no” al referendum a cui numerosi individui e associazioni hanno già aderito».
Gino Sperandio, presidente provinciale Anpi, interviene «nel merito della vergognosa polemica sul ruolo dell’Anpi nella “battaglia” per il prossimo referendum confermativo della pseudo riforma approvata dal Parlamento e sull’eventuale rottura dell’associazione su tale posizione».
Anpi che, quest’anno, «ha tenuto il suo congresso e nel documento congressuale era proposto un netto schieramento dell’associazione contro le modifiche introdotte dalla maggioranza parlamentare alla Costituzione. La posizione contraria e critica non era dovuta a una pregiudiziale avversità al governo Renzi, ma a una critica nel merito delle modifiche proposte e alle loro ricadute sul sistema istituzionale».
Il congresso provinciale aveva poi visto l’approvazione del documento politico proposto, «con solo due astensioni», precisa Sperandio, «pertanto con un’adesione alla proposta di istituzione dei comitati per il “no” al referendum costituzionale decisa dal 90 per cento dei partecipanti al congresso. Dunque, la stragrande maggioranza dei soci Anpi ha aderito convintamente alla proposta di partecipare con una netta posizione alla battaglia referendaria».
E Sperandio ricorda ancora la nascita del Comitato provinciale per la difesa della Costituzione. Nascita avvenuta a inizio aprile. Una settantina, inizialmente, i soggetti aderenti al Comitato, più alcune associazioni (Anpi, Fiom, federazione Belluno della Sel, Prc, Avop, Possibile). Adesioni che sono andate poi crescendo, arrivando ad avvicinarsi a quota 150. «Su questa base si chiede a tutti i cittadini bellunesi di sottoscrivere la richiesta referendaria rispetto all’indizione del referendum confermativo delle pseudo riforme Costituzionali proposte dal Governo Renzi e abrogative della legge elettorale», aggiunge Sperandio. «I moduli sono depositati in tutti i Comuni della provincia».
E i motivi del “no” alla riforma costituzionale espressi dal Comitato sono chiari: «Si è preferito forzare la mano creando un confuso pasticcio istituzionale privo di seri pericoli. La revisione sarà oggetto di referendum popolare nel prossimo autunno, ma la conoscenza in proposito è scarsissima. I cittadini, cui secondo Costituzione appartiene la sovranità, non sono mai stati coinvolti nella discussione».
Per questo il Comitato si è impegnato, da qui all’autunno, a portare avanti un’operazione di informazione. «La riforma rischia di essere percepita soltanto come l’eliminazione del Senato», spiegano dal Comitato. «La modifica costituzionale, invece, coniugata con quella della legge elettorale (l’Italicum), vanno a mettere a serio rischio la democrazia, con tutti i meccanismi di garanzia e tutela previsti dalla stessa Costituzione». (m.r.)
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