Attende un'ora l'ambulanza, il Cnsas: «Il caos Croce bianca ci sta danneggiando»

Turista infortunata sul Campolongo deve attendere per un’ora l’arrivo dell’ambulanza. I soccorritori si giustificano: «L’incredibile situazione della Croce Bianca di Arabba penalizza anche noi»

LIVINALLONGO. Turista infortunata sul Campolongo deve attendere per un’ora l’arrivo dell’ambulanza. «L’incredibile situazione della Croce Bianca di Arabba penalizza anche noi», si sfoga il capo stazione del Cnsas di Livinallongo Marino Zorz. Sabato una turista tedesca, B.S., 52 anni, è caduta dalla mountain bike e si è procurata la sospetta frattura di un gomito, mentre con il marito e due amici della Val Badia scendeva lungo il sentiero 638, che da Campolongo porta ad Arabba. Scattato l'allarme al 118, sul posto sopraggiunge in breve una squadra del Soccorso alpino di Livinallongo, che attende un’ora l'arrivo di un'ambulanza dal Pronto soccorso di Agordo, prima di trasportare l'infortunata in barella fino alla strada, distante una settantina di metri. «Dopo la richiesta di aiuto da parte della signora della Val Badia che accompagnava i turisti tedeschi», racconta Zorz, «in 14 minuti la nostra squadra, composta di 3 persona, era già sul posto. È prassi che quando c’è un infortunio lontano dalla strada, il 118 allerti anche noi. Spesso, infatti, chi chiama non si sa spiegare bene e potrebbe succedere che il luogo sia impervio da raggiungere per il personale dell’ambulanza. La donna avvertiva forti dolori al braccio e così glielo abbiamo immobilizzato. Abbiamo valutato di lasciarla sul posto e trasportarla con la barella dell’ambulanza per non dover fare un trasbordo che le avrebbe procurato altro dolore. Nel frattempo il 118 ci ha confermato la partenza dell’ambulanza da Agordo».

E qui è cominciato il difficile per i soccorritori. Spiegare alla turista, ignara della situazione e delle polemiche che coinvolgono da questa primavera la Croce Bianca di Arabba, che l’ambulanza ci avrebbe impiegato almeno un’ora ad arrivare. «Il Passo Campolongo dista circa 50 chilometri da Agordo. Aggiungiamoci un po’ di traffico i tempi sono quelli», racconta Zorz. «Dopo un po’, vedendo anche che la moglie aveva comunque forti dolori, il marito ha cominciato a innervorsirsi. Ci chiedeva com’era possibile che per un incidente a poco più di 70 metri da una strada, i soccorsi ci mettessero così tanto ad arrivare. Ci ha chiesto anche di far arrivare un’ambulanza dalla val Badia, dove erano alloggiati, ma abbiamo dovuto spiegargli che anche questo, per le procedure burocratiche, non era possibile». Una situazione di comprensibile disagio per i soccorritori. «È una situazione vergognosa», sottolinea Zorz, «da quando dalla scorsa primavera il territorio è stato privato del servizio della Croce bianca di Arabba, il tempo di attesa di un'ambulanza dall'ospedale di Agordo, per chi si fa male, è troppo, nonostante la tempistica e l’impegno del nostro intervento. Questo vanifica e penalizza anche il nostro lavoro. Mi auguro che i vertici della Croce Bianca si rendano conto della situazione che hanno creato».

Lorenzo Soratroi

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