Attesa per la sentenza Franceschi
Ultima udienza a Venezia per la vicenda legata ad appalto rifiuti e autovelox: parla per primo il procuratore generale
BELLUNO. L’ora dell’appello Franceschi. Scocca alle 10, a Venezia, il momento della sentenza di secondo grado per una parte dell’ex amministrazione comunale di Cortina: dal primo cittadino Andrea Franceschi al vice Enrico Pompanin, all’assessore Stefano Verocai, oltre che all’imprenditore Teodoro Sartori, unico partecipante e vincitore dell’appalto su raccolta e smaltimento dei rifiuti. L’udienza finale in riva al Canal Grande comincerà con le repliche da parte del procuratore generale, di conseguenza la parola passerà alle difese, prima della sentenza. Conferma o riforma, come spesso succede in laguna?
Lo stesso procuratore aveva cominciato, chiedendo alla Corte la conferma del pronunciamento di primo grado, quella emessa dal tribunale di Belluno, su richiesta dell’allora pubblico ministero Francesco Saverio Pavone. Dopo due anni di processo, una quindicina di udienze e nove ore di camera di consiglio, i giudici Coniglio, Scolozzi e Cittolin avevano sentenziato tre anni e sei mesi e mille euro di multa al sindaco, oltre a cinque anni d’interdizione dai pubblici uffici; due anni e otto mesi e 350 euro al vice; due anni e sei mesi e 200 euro al vincitore dell’appalto; un anno e quattro mesi all’assessore per minaccia a pubblico ufficiale con pena sospesa. Tutti con le spese processuali e quelle di costituzione di parte civile da pagare e Franceschi e Pompanin anche un risarcimento danni in solido di 10 mila euro alla dirigente ai lavori pubblici Emilia Tosi, che era la loro grande accusatrice.
L’impianto accusatorio aveva retto, con l’abuso d’ufficio assorbito dalla turbativa d’asta, tranne che per la tentata violenza privata.
Tutti hanno presentato appello: le difese per il cambio più o meno radicale della sentenza; la procura per l’interdizione dai pubblici uffici anche a Pompanin e Verocai e la difesa di parte civile Tosi per un risarcimento superiore a quello accordato. In principio, si era costituito parte civile anche l’allora capo della polizia locale Nicola Salvato, che però ha ritirato la costituzione, grazie proprio a un risarcimento danni, che non è mai stato precisato. Parleranno a turno gli avvocati Prade, Pecorella, Carponi Schittar, Conte, Godina e Antonelli, per chiedere di nuovo l’assoluzione e De Vecchi per avere più denaro. Poi la camera di consiglio e la sentenza.
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