Atti osceni davanti all’asilo: viene condannato
. Atti osceni davanti all’asilo. D. S. è stato condannato a un anno e due mesi in abbreviato dal giudice Marson. Era accusato anche di evasione dagli arresti domiciliari in una struttura gestita dal Ceis e, adesso che ha preso meno di due anni, l’agordino di Vallada chiederà di poterli scontare da un’altra parte. Questo è quanto ha anticipato il difensore di fiducia Rasera Berna.
Capace d’intendere e volere, l’uomo era stato arrestato dai carabinieri e, nel frattempo, è tornato nel carcere di Baldenich. Alcuni paesani di Limana l’avevano visto vicino alla struttura per l’infanzia con i pantaloni abbassati e impegnato in pratiche autoerotiche. A quel punto, è partita una telefonata ai carabinieri che in pochi minuti sono arrivati sul posto con la pattuglia della stazione di Trichiana. Portato in caserma per l’identificazione e gli altri accertamenti necessari, i militari hanno potuto risalire ad almeno due precedenti penali abbastanza recenti.
L’8 marzo dell’anno scorso minaccia aggravata, porto abusivo di armi od oggetto atto a offendere e violazione alle disposizioni del foglio di via obbligatorio per l’aggressione a una donna al parcheggio di Lambioi con una lama lunga una ventina di centimetri. Nello zaino gli erano stati trovati anche un martello e un paio di forbici. Il 27 marzo aveva gettato l’acido muriatico comprato al supermercato addosso a una donna sotto i portici di piazza Vittorio Emanuele, sempre a Belluno. Ai poliziotti della volante, che l’avevano intercettato, davanti al teatro Comunale aveva spiegato d’istinto: «L’ho fatto perché sono cattivo». L’uomo in questo caso era stato denunciato per minaccia aggravata e lesioni. Nei suoi confronti non hanno presentato querela la caffetteria Dersut e la tabaccheria Pilat, che qualche danno per gli effetti della sostanza corrosiva l’avevano subito. La donna 50enne aveva raccontato di essere stata colpita ai vestiti e al viso, vedendosi costretta a ricorrere al Pronto soccorso del San Martino per una prognosi di cinque giorni. L’uomo aveva quindi patteggiato tre anni e due mesi con il difensore Rasera Berna, ottenendo gli arresti domiciliari in una struttura gestita dal Centro italiano di solidarietà, dove avrebbe dovuto seguire un percorso di disintossicazione dall’alcol.
Ha deciso di evadere e di andare a Limana, dove ha rimediato un’altra condanna, stavolta per evasione e atti osceni aggravati. —
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