Aumenta il divario tra poveri e ricchi

Secondo i dati ministeriali, in provincia dal 2007 al 2011 i redditi più bassi sono diminuiti a vantaggio di quelli più elevati
Di Paola Dall’anese

BELLUNO. Poveri sempre più poveri e ricchi sempre più ricchi. È una crisi a due velocità quella che interessa non solo l’Italia ma anche il Bellunese. E soprattutto in questa provincia dove la metà dei pensionati vive con una pensione al di sotto dei 500 euro, la situazione è più evidente.

«Secondo i dati resi noti dal ministero dell’Economia relativamente ai redditi del periodo 2007-2011», precisa il segretario dello Spi Cgil, Renato Bressan, «se si considerano le fasce reddituali da 0 a 15 mila euro (entro cui rientra anche la maggior parte dei pensionati) si vede come in provincia di Belluno si è passati da quasi 445 milioni di euro denunciati nel 2007 a 385 milioni nel 2011, mentre fino ai 33.500 euro annui si è passati da 1.5 miliardi a 1.65 miliardi. Fino ai 70 mila euro di reddito, la somma monetaria denunciata è passata da 460 milioni di euro a 508 milioni e oltre i 70 mila si è passati da 321 milioni a 360 milioni».

Se poi si considera il capoluogo, «nel 2007 i redditi dai 70 mila ai 100 mila euro avevano un ammontare complessivo pari a 39.200.000 euro, oltre i 100mila invece avevano circa 63 milioni, somme che sono rispettivamente salite a 44.600.000 i primi e a quasi 69 milioni i secondi», prosegue Bressan che passa a considerare le fasce più basse di reddito: «Fino a 10 mila euro la somma denunciata nel 2007 era superiore ai 10 milioni di euro che poi è scesa nel 2011 a poco più di 9 milioni, mentre fino a 15 mila dai 50 milioni si è passati a 42 milioni».

Per il segretario dello Spi «è evidente che il calo di disponibilità monetaria dei redditi più bassi è diminuito in questi ultimi 5-6 anni contro l’aumento, invece, della massa raccolta dai redditi più alti. La ricchezza, quindi, non è diminuita, ma si è spostata, sbilanciandosi sempre più verso le fasce già ricche della popolazione», sottolinea Bressan che aggiunge: «Se non si introducono politiche fiscali diverse questo divario è destinato ad accentuarsi ancora di più. Per questo è importante diversificare le imposte che ad oggi sono state troppo uguali tra le varie fasce di reddito, bisogna sbloccare le pensioni, intensificare la lotta all’evasione, ma anche il governo deve creare delle politiche fiscali che incidano sui cittadini in base a quanto guadagnano. Non è più pensabile continuare con un fisco uguale per tutti».

E su questa strada rientra anche il percorso intrapreso dai sindacati dei pensionati che sta portando alla sottoscrizione coi Comuni bellunesi di accordi per modulare le tasse. «Accordi su cui abbiamo già avuto un riscontro positivo: infatti l’Osservatorio nazionale della contrattazione sociale ha classificato quelli fatti con Feltre e Belluno come buone pratiche».

Intanto, la sensazione per il 2014 è che i redditi denunciati siano diminuiti ancora per le fasce più basse «complice una parcellizzazione degli impieghi dovuti ai contratti a termine sempre più diffusi», conclude Tomaso Zampieri direttore del Caf Acli.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi