Aumentano gli affitti delle case popolari e duecento famiglie rischiano lo sfratto
BELLUNO
Aumento dei canoni di affitto e requisiti più stretti per poter accedere a una casa popolare. Il nuovo consiglio di amministrazione dell’Ater bellunese ha illustrato il piano di investimenti e di interventi in programma per il futuro dell’ente.
«Dal 2019 cambierà il criterio di calcolo dei canoni, che aumenteranno almeno del 20%. Novità anche per i requisiti di accesso agli alloggi, che si baseranno più marcatamente sull’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente, come previsto dalla nuova legge regionale in materia», ha spiegato il vicepresidente dell’Ater, Francesco La Grua.
Quest’ultima novità, di fatto, rischia di mettere in discussione il diritto alla casa popolare per oltre duecento famiglie bellunesi, circa il 12% di quelle che attualmente occupano i 1.800 alloggi di edilizia pubblica sul territorio, che dal prossimo anno potrebbero vedersi chiedere dall’Ater di liberare casa per far posto a chi è in coda e rientra nei parametri.
«C’è chi è entrato nelle case popolari decenni fa per avere un canone più basso e che, nonostante possa permettersi un altro tipo di sistemazione, occupa il posto di chi è in grande difficoltà e ha bisogno di una casa al più presto», spiega il consigliere regionale Franco Gidoni.
La misura, però, rischia di veder sfrattare anche chi supera il tetto Isee per un Tfr o i titolari di una qualche proprietà, anche non abitativa, ereditata e non utilizzabile. «C’è tempo per valutare ogni situazione», continua Gidoni, «ma è importante cambiare l’idea stessa di casa popolare, che deve essere vista come un momento di passaggio e non come un obiettivo di vita».
Secondo le stime dell’Ater, gli alloggi del Bellunese oggi coprono circa il 10% della richiesta: «Avremmo bisogno di 107 nuove unità a Belluno, 63 a Feltre e 27 a Ponte nelle Alpi per poter far fronte alla domanda», spiega la neo presidente dell’ente Ilenia Rento, in carica dal 18 settembre scorso, «e l’utenza che chiede aiuto per trovare una sistemazione è sempre più ai margini della società e va aiutata».
Con il bilancio previsionale è stato approvato dal Cda anche il programma di opere pubbliche per il triennio 2019/2021, una spesa totale di 7 milioni e 200 mila euro che servirà alla realizzazione di 24 nuovi alloggi e all’efficientamento energetico di molte altre strutture di proprietà dell’Ater.
Entro il 2020 verranno resi disponibili 10 nuove case a Belluno, 9 a Feltre e 5 a Ponte nelle Alpi per un totale di circa 6 milioni di euro finanziati in gran parte da fondi Ater, per 2 milioni dalla Regione e per i restanti 320mila dal Comune di Belluno con il piano periferie.
«A queste opere di nuove realizzazioni si aggiungono 1.2 milioni di euro stanziati per migliorare l’efficienza energetica degli alloggi», continua Rento. Gli interventi di maggiore interesse riguarderanno il recupero di sei alloggi di edilizia calmierata in piazza Duomo, nello storico palazzo Olivotto De Col Tana, l’abbattimento delle ex scuole di Quantin per far posto a cinque nuovi appartamenti, la costruzione di quattro alloggi in via Dolabella a Cavarzano, la messa in sicurezza sismica (già realizzata) dello stabile in via Colombo a Feltre con la realizzazione di nove alloggi al piano terra e la costruzione di 12 alloggi a Visome.
«Il nostro obiettivo è il recupero del patrimonio immobiliare esistente e il risparmio di suolo», spiega ancora Rento, «e cerchiamo di fare interventi sulle caldaie per ridurre i costi e il fenomeno della morosità nelle spese condominiali che resta stabile rispetto al passato». —
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