Aumentano le pluriclassi: sono una ventina

Negli asili il prossimo anno 17 disabili in meno: saranno tagliati 11 insegnanti di sostegno
Il primo giorno di scuola per gli alunni dell'Istituto Comprensivo Padre Gemelli di Torino, 12 settembre 2011. ANSA / DI MARCO
Il primo giorno di scuola per gli alunni dell'Istituto Comprensivo Padre Gemelli di Torino, 12 settembre 2011. ANSA / DI MARCO

BELLUNO. Negli ultimi quattro anni, tra scuola dell’infanzia e primaria, in provincia di Belluno sono stati persi complessivamente 600 alunni. La flessione, iniziata diversi anni fa, ha portato pian piano a una riorganizzazione delle istituzioni scolastiche. Nel comune capoluogo, solo per fare un esempio, sono stati costituiti tre istituti comprensivi, mentre in giro per la provincia quest’anno si sono avute moltissime pluriclassi, circa una ventina. Un dato che non era mai stato raggiunto prima e che porta con sè tutte le problematiche a livello di istruzione.

Per quanto riguarda la scuola primaria, si è assistito negli anni a un taglio significativo delle classi, passate dalle 499 dell’anno scorso alle 490 di quest’anno.

Per fortuna, però, per il prossimo anno scolastico, non si parla di ulteriori tagli di classi, anche se il personale docente è destinato a subire qualche ridimensionamento. «Soprattutto a livello di infanzia, è stato preventivato un calo di 11 insegnanti nel sostegno, visto che i ragazzini disabili saranno 17 in meno».

Tornando alla scuola elementare, per far fronte a un taglio iniziale complessivo di 160 docenti a livello veneto, si è dovuti passare a una rivisitazione del tempo pieno: se dalla seconda alla quinta classe elementare saranno mantenute le 44 ore canoniche di insegnamento settimanale, nelle prime si passerà a 40 per evitare così la compresenza e riducendo così a 60 i posti tagliati. «Una situazione insostenibile per quanto ci riguarda», dicono i sindacati di categoria, Cisl Scuola, Flc Cgil, Snals, Gilda, «tanto che abbiamo fatto mettere a verbale la nostra contrarietà. Come siamo contrari al fatto che i docenti del potenziamento vengano utilizzati per sopperire ai buchi, invece che al potenziamento dell’offerta formativa».

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