Auronzo chiama Papa Francesco: «La aspettiamo sulle Tre Cime»
Poteva mancare l’invito alle Tre Cime di Lavaredo, le montagne più belle al mondo, a Papa Francesco? Evidentemente no. Bene, si è saputo che Tatiana Pais Becher, sindaco di Auronzo, e i suoi collaboratori di giunta, questo invito l’anno già fatto pervenire a Santa Marta, dove Bergoglio risiede. Massimo il riserbo; nessuno ne vuol parlare. Si sa che al pontefice non è stata indicata nessuna data, però la cortesia gli è stata portata da persone autorevoli e a lui molto vicine.
Oggi se ne potrebbe parlare a margine della benedizione, da parte del vescovo emerito monsignor Giuseppe Andrich, della targa commemorativa installata ai piedi della Cima Piccola, a pochi metri dal punto in cui Karol Wojtyla si soffermò ad ammirare il tramonto, la sera del 16 luglio 1996.
«C’è una foto straordinaria che ritrae San Giovanni Paolo II davanti alle Tre Cime e che compare all’ingresso dei musei vaticani», ricorda l’assessore Andrea Costa. «Con la cerimonia a Forcella Lavaredo vorremmo stabilire una sorta di gemellaggio fra le Tre Cime e il Vaticano, i musei appunto».
“Joannes Paulus II Pont. Max. qui sostò in preghiera e meditazione il giorno 16 luglio 1996. Non abbiate paura”. Questo il testo che si può leggere da oggi. Pochi, tra le migliaia di escursionisti che ogni estate frequentano le Tre Cime, ricordano quell’episodio straordinario per Auronzo e tutto il Cadore. A portare lassù il “papa montanaro” fu Giuliano De Martin Topranin, all’epoca capo della Forestale. Invitato dal Comune di Auronzo, De Martin, persona molto riservata, ha accolto volentieri l’invito e chi sa se oggi svelerà alcuni aspetti ancora ignoti di quella “fuga” papale. Fu lui a mettersi alla guida della jeep che portò il pontefice dal rifugio Auronzo fino in forcella, passando davanti al rifugio Lavaredo. «Fu un evento straordinario», si è limitato a dire De Martin in questi 22 anni. «Quanto ci siamo detti col Santo Padre me lo conserverò nell’intimo del cuore».
Certo è che quella sera le Tre Cime apparivano nel loro splendore, illuminate dagli ultimi raggi di sole e il Papa continuava a stare dritto in piedi, e in silenzio, a contemplare quanto accadeva. Oggi, dunque, in molti saliranno a sella Lavaredo per saperne di più. «Io e un altro collega assessore siamo saliti l’altro giorno», fa sapere Costa, «per fissare quella targa nella roccia e già noi avevamo la sensazione di compiere un gesto storico. Prima della benedizione, alla chiesetta alpina che si trova tra il rifugio Auronzo ed il Lavaredo, mons. Andrich celebrerà la messa per tutti i caduti della montagna».
L’iniziativa porta la firma del Cai. Resta, dunque, quell’invito a Bergoglio. «Le Tre Cime sono il simbolo dell’umanità», ricorda il sindaco Pais Becher-. «La catena umana che abbiamo organizzato a suo tempo, non ha fatto altro che sottolineare questo valore universale: di pace, condivisione, convivenza. Tutti valori che sono a fondamento del magistero di papa Francesco». —
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