Auronzo, il sindaco si appella al Governo: «Conseguenze pesantissime»

Gli impianti chiusi con attorno metri di neve: «Venite a vivere qui per capire cosa è la montagna»

BELLUNO

Maltempo e Covid, due situazioni lontane ma che vanno a braccetto. Metri di neve e nello stesso tempo impianti chiusi fino al 6 gennaio. C’è da mangiarsi le mani, e sicuramente lo stanno facendo gli impiantisti che avrebbero volentieri aperto piste e impianti in questi giorni.

In Alto Adige i gestori chiedono una apertura degli impianti almeno per i residenti, con tutte le norme di tutela per il Covid. Difficile pensare che venga accolta, almeno per il momento. Ma un appello arriva anche da Auronzo.

In un lungo post si pronuncia il sindaco Tatiana Pais Becher: «Così tanta neve a inizio dicembre non si vedeva da anni sulle Dolomiti di Auronzo e Misurina, proprio quest’anno che gli impianti sciistici rimangono chiusi. Una vera e propria beffa per i tanti operatori del settore sciistico che quest’anno per decisione del Governo, a causa del Covid, non potranno aprire gli impianti».

«A un territorio sempre più fragile, ancor di più dopo Vaia, ai blackout continui, al rischio valanghe, al dissesto idrogeologico, alle strade chiuse alla circolazione, si aggiunge ora il danno economico degli impianti chiusi per le festività natalizie». Il commento del sindaco viene accompagnato dalle fotografie di Giuseppe Pais Becher, esemplificative di cosa succede sulle piste del monte Agudo.

«Una decisione che avrà conseguenze pesantissime per le società che gestiscono gli impianti, i loro dipendenti, i padri di famiglia lasciati a casa, i maestri di sci, i rifugisti e tutte le categorie del settore. Mi piacerebbe tanto proporre a coloro che legiferano per la montagna, senza averla mai veramente vissuta, di venire a vivere per un periodo a Misurina, a Danta o a Lorenzago».

Naturalmente nessuno dimentica la pandemia in corso, precisa il sindaco: «Sono consapevole dell’emergenza sanitaria in corso e sono la prima a pensare ‘prima la salute’, ma dobbiamo essere messi nelle condizioni di poter rimanere a vivere in sicurezza tra queste valli e poter trarre il sostentamento necessario di cui far vivere i nostri figli. Al Governo vorrei chiedere soprattutto di utilizzare lo stesso peso per mare e montagna: così facendo bisognerebbe chiudere l’accesso anche a tutte le spiagge per la prossima stagione estiva... provvedimento non adottato l’estate scorsa».

Nel frattempo, comunque, le società degli impianti, a partire dal Dolomiti Superski, ricordano a tutti che le piste non si possono percorrere con ciaspe e gli sci, per il pericolo di valanghe che è di grado 4 e che potrebbe peggiorare ulteriormente. Inoltre sulle piste ci sono i mezzi delle società che battono le piste e diventa pericoloso. «Le piste sono di fatto un cantiere a cielo aperto. Ci sono macchine di preparazione delle neve, verricelli e le parti soprastanti e sottostanti potrebbero essere molto pericolose», dicono da Dolomiti Superski. —
 

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