Auronzo, manca un responsabile: ricoveri in Alcologia sospesi da nove mesi
Il reparto era un fiore all’occhiello della sanità regionale, ma non è semplice trovare il sostituto del dottor De Sandre
AURONZO. Resta ancora sospeso il servizio di alcologia all’ospedale di Auronzo. La mancanza di medici ha costretto l’Ulss 1 Dolomiti, ancora a novembre, a sospendere l’attività di questo centro che era riconosciuto in tutto il Veneto per la sua valenza e per la qualità del servizio erogato.
Nella struttura di Auronzo, infatti, venivano ricoverati pazienti con una dipendenza dall’alcol così forte e in uno stadio avanzato da necessitare di cure specifiche durante un periodo di ricovero. Qui arrivavano pazienti bellunesi, ma la maggior parte dei ricoverati proveniva da fuori provincia.
L’alcologia di Auronzo era un fiore all’occhiello della sanità regionale. Ma da nove mesi l’attività è sospesa, perché non c’è più il medico che assicura il funzionamento del reparto. Il precedente primario del dipartimento delle Dipendenze, Alfio De Sandro, è andato in pensione e non si è riusciti a sostituirlo. Attualmente l’ex primario si muove come libero professionista sia all’interno del Sert di Auronzo che in quello di Agordo. Ma quello che manca è un professionista che mandi avanti il servizio di degenza.
«Viste queste difficoltà, i pazienti provenienti da altre province ora vengono dirottati in altre strutture venete», precisa Amalia Manzan, direttrice del Serd di Belluno. «Il servizio dell’alcologia era stato sospeso prima durante il Covid per ovvi motivi, poi era ripartito, ma a ranghi ridotti: cinque posti letto invece dei soliti dieci per rispetto delle distanze. Ma poi si è aggiunto il problema del personale che manca. E così si è dovuto decidere di sospendere l’attività», dice la direttrice Manzan.
Trovare queste figure è tutt’altro che facile e ancora più difficile è convincerle a venire nel Bellunese, un territorio disagiato e con pochi collegamenti. «Siamo costretti a far riferimento ad altri servizi di alcologia del Veneto», ribadisce con dispiacere Manzan. Questo però rischia di far decadere il servizio e l’ottima fama che si era creato nel tempo in tutto il territorio regionale. E se si inizia a non considerare più Auronzo come struttura di eccellenza per la cura dei casi gravi di alcolismo, pian piano l’attività sarà destinata a venire meno.
A lamentare questa sospensione erano anche gli Acat, cioè l’insieme dei club degli alcolisti in trattamento del Bellunese che contavano in questa struttura per gestire alcuni casi più gravi. I loro appelli ad oggi sono rimasti inascoltati. [FINETESTO]—
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