Auronzo: patteggia otto mesi per la morte del figlio
Leonardo Vianello ha chiuso davanti al gup la sua dolorosa vicenda giudiziaria. Nel luglio dell’anno scorso il giovane Daniel morì folgorato in un cantiere edile in località Cosderuoibe
Daniel Vianello e gli abitanti commossi partecipano al funerale
AURONZO. Ha patteggiato 8 mesi di reclusione per la morte del figlio. È terminata ieri mattina, nell'aula al terzo piano del tribunale di Belluno, la via crucis giudiziaria di Leonardo Vianello, 56 anni di Auronzo, accusato di omicidio colposo per la morte del figlio Daniel, avvenuta in un cantiere di una casa in costruzione, nel luglio scorso, a Cosderuoibe. Una località tra Auronzo di Cadore e Palus San Marco. Il giovane rimase folgorato dai cavi dell'alta tensione mentre stava sistemando il camino di una casa. Il padre (difeso dall'avvocato Giovanni Degli Angeli) è stato chiamato in causa come titolare della ditta per la quale lavorava il figlio, in merito al presunto mancato rispetto delle norme sulla sicurezza nei cantieri. Daniel aveva solo 28 anni. Rimase folgorato da una scarica di 20 mila volt. La tragedia si è consumò poco prima delle 11 del 28 luglio 2010. Daniel, titolare assieme al padre Leonardo di una ditta edile, si trovava sul tetto di un'abitazione per eseguire alcuni lavori. Doveva inserire un tubo d'acciaio, lungo circa 5 metri, nel camino. Forse non se ne accorse o non calcolò bene la direzione quando alzò il tubo. Il giovane non fece in tempo a concludere l'operazione che l'attrezzo cozzò contro i cavi della media tensione che si trovavano appena sopra la casa. Daniel rimase fulminato sul colpo. Gli operai, presenti nel cantiere, allertarono subito i soccorsi. Ma non vi fu nulla da fare. La ditta di Vianello è stata multata anche di 10.000 euro. Un aspetto amministrativo che è scattato automaticamente dopo l'inchiesta.
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