Autismo, un braccialetto a studenti e genitori di Belluno: «Non dovete arrendervi»

La famiglia Pastore torna a farsi sentire per sensibilizzare i bellunesi. Il 2 aprile si celebra la giornata per la consapevolezza sulla malattia

Pda

BELLUNO. La famiglia Pastore torna a far parlare di sé, ma soprattutto dell’autismo. Il 2 aprile si celebra la Giornata mondiale della Consapevolezza sull’autismo, mamma Marianna e papà Vincenzo sanno bene cosa vuol dire. Uno dei loro figli ne è affetto. Una situazione che la famiglia Pastore ha cercato subito di gestire al meglio, trovando grande forza anche nell’opera di sensibilizzazione della popolazione a questo problema che è in aumento e che colpisce molti bambini.

Vincenzo Pastore ricorda come l’anno scorso, sempre per la ricorrenza del 2 aprile, «abbiamo coinvolto le scuole dell’infanzia Cairoli e le elementari Gabelli nel progetto denominato “Una sfumatura di Colori”. In quella circostanza abbiamo dato ad ogni bambino un braccialetto sul tema, e in seguito abbiamo fatto vedere un video ai genitori, tramite varie piattaforme online in cui veniva spiegato cos’è l’autismo dal punto di vista di un ragazzo, di una terapista e di una mamma».

Quest’anno, i Pastore hanno pensato di cambiare approccio. «Abbiamo deciso, sempre rivolgendoci alle stesse scuole, cioè Cairoli e Gabelli, di consegnare un segnalibro, che possa circolare tra bambini e genitori. Lo scopo è sempre lo stesso e cioè sensibilizzare sia gli adulti ma anche i più piccoli su questa tematica», spiega ancora Vincenzo. Che aggiunge: «La frase sul segnalibro è quella che ci porta a fare grandi cose durante la giornata, vale a dire “credere”. Noi infatti crediamo nel cambiamento, crediamo nel migliorare sempre di più la qualità di vita dei nostri figli, crediamo di poter raggiungere tutti gli obbiettivi prefissati».

Mamma Marianna e papà Vincenzo quattro anni fa, subito dopo la diagnosi di autismo al loro figlio, non credevano di poter ottenere quello che «oggi possiamo toccare con mano. La tranquillità di una uscita in centro a Belluno, in perfetta sintonia con i cittadini, i commercianti e i negozi. L’incrocio di uno sguardo, le piccole parole, le richieste. Obiettivi raggiunti grazie alla determinazione di chi ha creduto e crede tuttora in Francesco (il nome del figlio autistico)», prosegue Vincenzo che evidenzia come «uno dei tanti obiettivi su cui io e mia moglie stiamo lavorando è nel campo culinario. Vogliamo infatti stimolare Francesco nella preparazione di piatti tipici baresi. Quasi tutti i fine settimana, quindi, la nostra cucina si trasforma in un laboratorio, e tra focacce, taralli, panzerotti, pasta al forno e biscotti la diversità diventa normalità».

Grande la forza e la grinta di questi due genitori. «La nostra grinta è determinazione e spero possa essere trasmessa a tutte quelle famiglie che vivono la realtà dell’autismo. E a queste famiglie il nostro invito è a non arrendersi mai».

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