Auto a fuoco a Canale d’Agordo: «Sono stato minacciato»
CANALE D’AGORDO. Fiat Punto a fuoco nella notte in via Roma a Canale d’Agordo. Un atto doloso, una minaccia, una vendetta per parole di troppo: il proprietario ne è convinto. «Un personaggio mi aveva detto che mi sarebbe venuto a trovare e questo è il risultato», afferma senza dubbi Ivan Melaia, 45 anni, proprietario dell’auto andata completamente distrutta nella notte tra giovedì e venerdì.
Melaia, dipendente Luxottica, ha i suoi sospetti, anche perché non è il primo atto che subisce: «Sono dieci mesi che ricevo minacce, avevo già trovato le gomme tagliate nel parcheggio della fabbrica», spiega. «Sono già stato vittima di invettive da parte di una persona, per futili motivi di lavoro, e con me anche altri colleghi: ora spero non si ripeta nei loro confronti».
A dire il vero, questo sarebbe già il secondo episodio in pochi mesi: un filo rosso, oltre che la stessa mano, legherebbe questi roghi di auto.
Un altro incendio, di una Yaris, si registrò all’inizio di dicembre 2016 a Vallada. L’utilitaria prese fuoco sotto casa del proprietario, guarda caso lavoratore in azienda anche lui.
La notte scorsa i vigili del fuoco di Agordo e i colleghi volontari di Canale sono intervenuti intorno all’1.30 per spegnere il rogo: la Punto è andata completamente distrutta ma il sospetto che non si trattasse di un corto circuito fulminante è diventato certezza quando è stato trovato un finestrino infranto. «C’era il vetro rotto», continua Melaia, «probabilmente hanno buttato all’interno qualcosa di infiammabile. Noi in casa abbiamo sentito il clacson dell’auto che suonava, probabilmente l’impianto elettrico era impazzito per il calore: s’è svegliato tutto il quartiere, poi sono venuti i vigili. È sicuramente doloso: ho presentato denuncia ai carabinieri di Falcade che sono intervenuti».
Melaia spiega di avere dei sospetti, già riferiti ai carabinieri: «Sono vittima di minacce da parte di una persona da diverso tempo, per futili motivi di lavoro: saranno una decina di mesi che va avanti così. Mi sono ritrovato anche le gomme bucate. Quando questa notte ho visto l’auto in fiamme, ho subito pensato che chi mi aveva detto che sarebbe venuto a trovarmi era venuto per davvero. Purtroppo ero stato avvisato: e io potrei essere il primo, sicuramente nel mirino potrebbero esserci ancora uno o due colleghi. Abbiamo avuto una discussione, purtroppo c’è stato uno scambio di opinioni non condivise, avevamo provato a parlare in maniera civile e questa è stata la risposta».
Sospetti, quelli di Ivan Melaia, sui quali i carabinieri ora dovranno effettuare gli accertamenti e le indagini: per ora sono state acquisite le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza della zona di Canale interessata dal brutto episodio.
Melaia esprime tutta la sua preoccupazione per questa deriva violenta per la sua famiglia: «C’è preoccupazione per la mia famiglia e per gli altri, spero non ci siano ulteriori episodi ma le prove per arrivare a individuare un responsabile possono arrivare solo dalle videoregistrazioni». «Ha qualche individuo che lo ha preso di mira», conferma il padre Giovanni Melaia, che abita a Taibon, «perché non è la prima volta che gli capitano episodi allarmanti: gli avevano già tagliato le gomme nel parcheggio di Luxottica a Cencenighe. Secondo quel che ho sentito dire, è qualcuno che se l’è presa con qualcun altro».
L’incendio ha svegliato tutto il vicinato e ha rischiato di coinvolgere un’altra auto ma i vigili hanno evitato il propagarsi delle fiamme. «Ci siamo svegliati perché abbiamo sentito degli scoppi», racconta Angelo Serafini che abita di fronte. «Certo che una macchina parcheggiata, spenta, non va a fuoco da sola, a metà della notte. Un episodio davvero spiacevole, anche per il significato dell’atto: neanche io penso che sia andata a fuoco per conto suo. Nel vicinato pensiamo che sia un atto doloso e speriamo che non si ripeta».
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