Auto blocca l’ambulanza: a processo

La guidatrice è accusata di interruzione di pubblico servizio: il mezzo di emergenza fu costretto a urtare il muro per uscire
Il Codivilla, in alto il padiglione Putti che dovrebbe ospitare gli alloggi
Il Codivilla, in alto il padiglione Putti che dovrebbe ospitare gli alloggi

CORTINA. Pronto soccorso. Ma come può esserlo, se qualcuno parcheggia la macchina, chiudendo il passaggio all’ambulanza del Codivilla Putti? Trevigiana di Conegliano, Alice Gatto è accusata d’interruzione di pubblico servizio. Deve risponderne davanti al giudice del Tribunale di Belluno, Domenico Riposati, e al pubblico ministero Gianluca Tricoli. La donna è difesa dall’avvocato Cristiana Riccitiello, in sostituzione del titolare Ferruccio Rovelli.

I fatti contestati sono del 25 gennaio di quattro anni fa. Arriva una chiamata di emergenza per un trauma cranico, con perdita di conoscenza: è un codice rosso e dovrebbe partire l’ambulanza. Il problema è che proprio non ci passa, perché c’è questa auto a sbarrarle la strada.

Quel giorno è stato ricostruito in maniera molto dettagliata dall’autista del mezzo di soccorso, che aveva una gran fretta di arrivare sul luogo dell’infortunio, ma che rischiava di finire in preda a un grande senso di frustrazione, perché non ci sarebbe lo spazio necessario a partire. Le sirene ululano, i lampeggianti girano, ma la macchina è sempre lì, anche perché non ci sono le chiavi sul cruscotto e non è possibile spostarla, se non con il carro attrezzi. L’unica è cercare di passare lo stesso, a costo di danneggiare l’ambulanza. Sempre meglio chiamare il carrozziere, piuttosto che rischiare guai peggiori per il paziente. Il conducente striscia contro il muro e, in qualche maniera lascia la rimessa.

Nell’udienza di ieri mattina è stata prodotta la documentazione del sinistro. Quello che non si è capito bene è se sia rimasta coinvolta o meno anche l’autovettura. Sicuramente si sono persi cinque o sei minuti solo per fare questa operazione e, in una situazione di emergenza, ogni secondo può essere fondamentale.

C’è un cartello di divieto di sosta e lì non si sarebbe potuto posteggiare, anche se la difesa ha puntualizzato che l’ambulanza è stata rallentata e non impedita. Peraltro ci sono anche delle fotografie utili a documentare la situazione.

Dopo l’audizione di un medico che lavora al Codivilla, bisognava sentire anche l’infermiera che aveva trascritto il numero di targa della macchina, ma su accordo della parti sono state acquisite le sommarie informazioni testimoniali rese alle forze di polizia nell’immediato.

A quel punto il giudice Riposati ha rinviato per la discussione finale all’udienza del 24 giugno, alle 10.30. Mancano soltanto la requisitoria del pubblico ministero, l’arringa del difensore e la sentenza di primo grado.

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