Auto storica verso l’addio al bollo agevolato
BELLUNO. È rivolta tra i proprietari di veicoli storici dopo che la bozza della legge di stabilità ha abrogato i commi in cui si prevedeva per i veicoli di età compresa tra i 20 e 30 anni il bollo di circolazione ridotto se valutati di interesse storico, previa attestazione di storicità da parte dell’Automotoclub storico italiano (Asi). Una manovra con cui il governo si aspetta di incamerare 200 milioni di euro e che obbligherà i possessori di queste vetture a pagare una tassa anche di migliaia di euro, rispetto ai 28 euro attuali.
Insorge lo stesso presidente dell’Aci di Belluno Gianpaolo Bottacin, anche lui proprietario di auto d’epoca. «È inaccettabile una cosa del genere. Intanto il bollo auto va alle Regioni e non allo Stato», mette i puntini sulle “i” Bottacin che prosegue: «Ci siamo già mossi anche a livello veneto come Automobil Club perché questa norma non ha alcun senso», spiega Bottacin. «Non genera, infatti, alcun gettito per lo Stato: infatti, i possessori di queste vetture, in queste condizioni, saranno costretti o a vendere il loro mezzo o a esportarlo all’estero. E in questo modo andrà perduto un patrimonio importantissimo per il nostro Paese, considerato che siamo tra i primi al mondo per mercato di auto d’epoca».
In provincia di Belluno sono diverse centinaia le vetture storiche, di cui un centinaio almeno rientra nella fattispecie che sarà interessata da questa manovra. «A livello nazionale ci stiamo muovendo anche per costituire un nuovo soggetto per tutelare i possessori di auto d’epoca, una sorta di Automobil Club storico», sottolinea il presidente Aci bellunese che è tra i fautori di questo nuovo organismo.
Ad oggi, per dire che un’auto è storica deve sottostare ad un esame e il proprietario deve presentare una documentazione che testimoni del passato storico-sportivo dell’auto, chiedendo quindi l’iscrizione all’albo dell’Asi. Se uno non è iscritto a questo albo allora deve pagare il bollo intero. «Chi ha un’auto d’epoca con oltre 30 anni di età, paga 28 euro di bollo a prescindere dai cavalli vapore, così come quelle tra i 20 e 30 anni se sono iscritte all’Asi», precisa Bottacin.
L’intento di queste agevolazioni era di preservare dalla rottamazione un patrimonio di ingegneria automobilista, soprattutto italiana, che ha segnato la storia della motorizzazione. L’idea della manovra attuale, invece, dovrebbe essere quella di arginare il fenomeno dei “furbetti”. Ma l’effetto sarà diverso. «Ora la presenza del bollo potrebbe spingere, come è accaduto anche per le barche secondo quanto aveva fatto l’allora presidente del consiglio Monti», conclude Bottacin, «a vendere l’auto all’estero anche a prezzi inferiori a quelli di stima pur di liberarsene o rottamarla e così andrebbe perduto un patrimonio unico e inestimabile». (p.d.a.)
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