Autobus a passo d’uomo la protesta degli autisti che chiedono sicurezza nel piazzale della stazione
I conducenti Dolomitibus preoccupati dopo l’incidente di mercoledì. «Chiudere il traffico alle auto nelle ore di punta ci può aiutare»

Ribadiscono con una punta di rassegnazione la loro linea per dei trasporti sicuri, gli autisti di Dolomitibus. L’altro ieri, nel pieno della ressa del piazzale della stazione, un 18enne è rimasto con un piede sotto una ruota dell’autobus subendo una frattura con schiacciamento.
Per richiamare l’attenzione su queste situazioni di pericolo sempre dietro l’angolo, per la clientela ma anche per loro, i conducenti ieri mattina hanno messo in campo un’iniziativa di “guida consapevole”. Una protesta con la quale nelle ore di maggior viavai, sia in stazione che a Mier, hanno rallentato fino a muoversi a passo d’uomo o addirittura fermarsi.
Tra le 13 e le 13.15, nel piazzale della stazione la situazione sembra nei binari dell’ordinario. Anche perché, per regolare il flusso, ci sono alcuni steward in gilet arancione, che non senza qualche difficoltà riescono a mantenere il tutto sotto controllo.
«Le corse sono state più graduali, quindi si è riusciti a gestirle un po’ meglio. Sia la mattina, tra le 7.45 e le 7.55, che alle 13 le navette sono partite a piazzale vuoto», premette Lorenzo De Zaiacomo. Che viene al punto della questione: «Il problema è che è tutto stretto, ci sono auto parcheggiate a fianco alle corsie. Se si chiudesse il traffico alle macchine nelle fasce orarie critiche, potremmo spostare i ragazzi verso i parcheggi, in modo tale che in fase di manovra non ci sia nessuno in attesa. Diversamente da quanto succede ora, dato che non c’è una pensilina né un marciapiede, un posto dove gli studenti possano attendere l’autobus in sicurezza. È un messaggio che mandiamo a chi di competenza: al Comune, alla Provincia, a chiunque possa intervenire per risolvere questa situazione».
«Da anni c’è questo problema, e non si risolve mai», rimarca con forza il collega Roberto. «Cosa si può fare? Nell’immediato, eliminare i parcheggi e rendere quello spazio area di sosta per i ragazzi. Gli spazi di manovra non ci sono: gli autobus sono tanti e grandi; i ragazzi sono tanti, e sappiamo come sono al giorno d’oggi. L’iniziativa odierna? Tentativi del genere sono stati fatti altre volte, ma valgono fino ad un certo punto», conclude amaro l’autista. Sulla stessa linea si pone anche un altro collega, Mauro, il quale sottolinea a cosa possono andare incontro i conducenti in tali frangenti: «È chiaro che un segnale bisogna darlo. Purtroppo l’autista rischia di rimetterci in prima persona: patente, posto di lavoro e questioni legali. Se nessuno fa niente, dobbiamo cercare di tutelarci».
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