Autonomia bellunese: il senatore Fistarol va all'attacco

«I politici locali si nascondono dietro le parole per non fare niente»
BELLUNO. «Una proposta di legge costituzionale sull'autonomia amministrativa e finanziaria che sia bipartisan, appoggiata da tutti sia a destra che a sinistra, oppure un piano speciale per lo sviluppo dei territori svantaggiati». Sono queste le due proposte portate avanti dal senatore del movimento Verso Nord, Maurizio Fistarol sul tema dell'autonomia. Ma il senatore non risparmia le critiche ai politici bellunesi. Fistarol si dice pronto a sostenere la controproposta avanzata dal Comitato referendario bellunese, anche se «va discussa seriamente, seduti tutti intorno ad un tavolo», dice. «E nel frattempo cerchiamo un'altra via, perchè altrimenti si rischia che il tema dell'autonomia diventi un alibi per non fare più niente. Non lasciamo morire il territorio aspettando l'autonomia».


La proposta
. Fistarol, sulla sua proposta di legge costituzionale «che parte dal lavoro fatto da tutte le componenti della società bellunese per poi definire le materie su cui avere il massimo potere», chiede ai politici bellunesi una valutazione e semmai una sottoscrizione. «Voglio coinvolgere tutte le forze politiche per avere il massimo consenso». Il senatore non ci sta a sentirsi dire da più parti che «tutto adesso è in mano ai parlamentari», e vuole che ognuno faccia la propria parte: «I parlamentari bellunesi sono solo quattro e fanno quello che possono. I problemi vanno affrontati con realismo, non dobbiamo attenderci azioni salvifiche». Fistarol critica la posizione del mondo politico, dopo la bocciatura della Cassazione della proposta referendaria, che «ha manifestato una solidarietà pelosa, a cui è seguito lo scaricabarile della Provincia sui parlamentari e dei consiglieri regionali sui parlamentari, loro che in 60 non sono ancora riusciti a fare lo statuto. Mi sa che nessuno risponde del proprio operato. E poi c'è chi anche con l'avvicinarsi dello statuto regionale ora dice: "Tanto non serve a nulla". Ma a questo punto, che tipo di autonomia vogliamo? Dobbiamo chiedercelo altrimenti si rischia di creare solo frustrazione intorno a questa parola».


Il piano B
. Ma se l'autonomia non arriva, Fistarol non si perde d'animo e presenta il piano di riserva, un «piano speciale per lo sviluppo del territorio. Il governo si sta muovendo per uscire dalla crisi, su più fronti aiutando le realtà più deboli. Quello che ho in mente è una sorta di seconda legge del Vajont che affronti i problemi economici, del lavoro, e preveda sgravi fiscali, incentivi, finanziamenti per lo sviluppo del Bellunese».


La classe politica
. Fistarol critica anche la classe politica locale. «Quando si è piccoli, come siamo noi, bisogna essere 10 volte più bravi degli altri, ma mi pare di non vedere il furore agonistico degli anni'90. I problemi del turismo dipendono dall'incapacità di discuterne insieme, ma anche dalla carenza di infrastrutture, dalla scarsa cura del territorio. Sulla sanità, oltre ai tagli, manca quell'idea di fare una sanità piccola ma di eccellenza. Non c'è una spinta a essere migliori da parte dei politici bellunesi. Se poi la massima aspirazione per qualcuno è fare il presidente dell'Aci...», dice Fistarol prendendo di mira il presidente Bottacin. Insomma la questione autonomista per il senatore di Verso Nord è diventata il pretesto per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Fistarol evidenzia infine come «lo stesso federalismo fiscale nato per ridurre il gap tra le province, non intaccherà invece quelle a statuto speciale. Il fondo Letta è stato azzerato dallo Stato perchè ha preferito che a pagare fossero le province speciali col fondo Brancher, di cui ancora non si sanno le regole».

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