«Autonomia? Solo scuse e dati errati da Bottacin»

Il consigliere Pd Azzalin contesta i numeri sui trasferimenti regionali alle Province: «Altro che aumento, in cinque anni un calo di 25 milioni»
Di Irene Aliprandi

BELLUNO. «Bottacin ha a disposizione e conosce perfettamente i dati, non dovrebbe citarli sbagliati». Graziano Azzalin, consigliere regionale del Partito Democratico, interviene nel dibattito sull’autonomia bellunese, confronto che si è riacceso in questi giorni. In realtà non ci sono novità: la legge regionale 25 è in stallo e si presume che nulla accadrà fino al referendum regionale annunciato per ottobre.

«La legge 25 (autonomia amministrativa della Provincia di Belluno, ndr) non è un tema all’ordine del giorno della giunta regionale», evidenzia Azzalin, «il consiglio ha già fatto la sua parte approvando la legge, ora la giunta dovrebbe metterla in pratica, ma a un anno dal suo insediamento non è ancora successo nulla». Dunque, per Azzalin: «I casi sono due: o non c’è la capacità o non c’è la volontà di darvi applicazione. Io credo che non ci sia la volontà politica di affrontare la questione e il referendum regionale per l’autonomia del Veneto è solo una scusa».

Prima di tutto, però, serve chiarezza sui numeri, partendo da un presupposto: «Bottacin afferma che l’autonomia fiscale sarebbe la soluzione ad ogni male e che l’autonomia amministrativa non porterebbe un euro in più. È un falso problema: basterebbe destinare senza vincoli l’introito del bollo auto per assicurare le risorse necessarie a Belluno e agli altri territori».

Perché, sottolinea Azzalin, non è vero che i trasferimento regionali alle Province sono aumentati, anzi: «I dati dicono l’esatto contrario di quanto afferma l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin. La distribuzione dei pagamenti sulle varie politiche ha registrato un calo di 25 milioni di euro in 5 anni». In sostanza: nel 2009, tolta la sanità, i trasferimenti della Regione Veneto alle Province sono stati 78 milioni di euro, mentre nel 2014 sono scesi a 53 milioni: «Un calo avvenuto per tutte le politiche di competenza provinciale, dal turismo alla difesa del suolo. Bottacin è un assessore regionale, non uno qualunque, è legittimo che esprima le sue opinioni, ma non può dare numeri errati con leggerezza», punta il dito Azzalin.

Il consigliere regionale Pd sottolinea anche un altro aspetto, stavolta legato al referendum: «Dire che la scarsità di risorse si risolve con il referendum di ottobre è un altro falso. Prima di tutto perché con esso si chiedono solo diverse forme di autonomia per il Veneto, che potrebbe già da anni aprire una vertenza con lo Stato; secondo perché nessun governo concederà mai più forme di autonomia come quelle riconosciute a Trento e Bolzano. Questo è chiaro e il premier lo ha ribadito anche l’altro ieri. Diventare come Trento e Bolzano è impossibile, Bottacin e Zaia non possono continuare ad affermare cose impossibili. Dovrebbero trattare con il governo, hanno già una forza e un peso politico sufficienti, il voto dei veneti in quest’ottica sarebbe pleonastico».

Referendum, distinguo tra autonomia amministrativa e fiscale e dati sbagliati, sono, in sostanza, per Azzalin: «Un modo per confondere le carte, spostare l’attenzione e quindi protrarre lo status quo. La giunta veneta non vuole cambiare le cose, non vuole aumentare i trasferimenti alle Province e non vuole applicare la legge 25».

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