«Autovelox trabocchetto: ce ne andiamo in Trentino»
LONGARONE
Protesta dei motociclisti contro gli autovelox sulla strada verso la diga con decisione di annullare una prevista manifestazione nazionale. Alcuni membri di un’associazione motociclistica veneta, in sopralluogo sui passi dolomiti per organizzare un grosso evento, si sono infatti lamentati dell’eccessivo rigore delle contravvenzioni per superamento dei limiti di velocità in località Codissago.
«Assieme ad alcuni soci». spiega il referente del sodalizio, Giovanni Piccoli, «siamo saliti sulle montagne bellunesi per fare un giro in moto al fine di eseguire una perlustrazione in quanto intenzionati ad organizzare lassù un run nazionale, evento che può portare molto indotto ai vari territori coinvolti e necessitanti di ripresa dopo il Covid. L’organizzazione delle giornate nelle nostre intenzioni prevedeva la visita alla diga del Vajont, alcuni chilometri sui passi dolomitici ed il pernottamento a Caprile per tre notti. Il problema si è posto però qualche giorno fa», continua Piccoli, « nel giro di perlustrazione delle strade per la verifica dei chilometri e delle possibili soste; siamo transitati per Codissago dove alcuni tra noi, che sono stati raggiunti qualche giorno dopo dalla contravvenzione, sono stati multati per eccesso di velocità. Eccesso di un chilometro sul limite: 56 orari su 50 decurtati della tolleranza prevista a norma di 5 km. Ora non entro nel merito del codice della strada che permette tali controlli ed impone tali limiti anacronistici, ma mi permetto di fare alcune considerazioni indicando alcuni punti su come sia sbagliato colpire il cittadino in tale misura. Intanto, la strada dove viene imposto il limite di 50 orari a nostro avviso potrebbe “tollerare” un limite superiore. Il cartello che indica la presenza della postazione di verifica non è poi ben visibile, essendo posizionato presso un incrocio dove l’attenzione è tutta per il traffico; inoltre l’attrezzatura preposta al controllo è posta in modo da essere poco visibile. In sostanza», conclude Piccoli, «si tratta di un sopruso bene organizzato nel quale ho saputo siamo caduti in molti. A questo punto a quelli del nostro gruppo che sono stati multati rimane l’opzione di effettuare ricorso contro la contravvenzione, ma questo richiede spese e tempo. Come forma di protesta, quindi, l’unica cosa che rimane nelle nostre possibilità è quella di annullare l’evento di tre giorni previsto per settembre nelle montagne bellunesi, organizzandolo sempre in montagna ma in Trentino. Non posso certo correre il rischio di transitare con i miei soci sulle strade indicate correndo il rischio di subire una ulteriore imboscata dove si pensa più a fare cassa che alla sicurezza. Certamente saranno felici gli albergatori trentini e meno quelli di Caprile, dove tutti noi pensavamo di recarci». —
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