Avanzo di bilancio, soldi intoccabili

I sindaci dell’Agordino protestano perché non possono usare risorse che hanno in casa e molti lavori si bloccano
AGORDINO. «Non possiamo andare avanti con i lavori all’ex asilo perché non possiamo usare l’avanzo di amministrazione. È una vergogna». A perdere la sua tradizionale diplomazia è il sindaco di Vallada, Fabio Luchetta, che di fronte al fatto di non poter spendere i soldi che ha in cassa per la sua collettività si indigna e chiede che a Roma cambino le cose. «Siamo già stati scalognati – dice – perché le due ditte che avevano iniziato i lavori all’ex asilo (il progetto prevede la realizzazione di una struttura ricettiva per colonie, per gli anziani e per biblioteca, ndr) sono fallite. Adesso avremmo i soldi per completare il tutto, ma non li possiamo spendere». A fine 2016 il Comune di Vallada aveva un avanzo di amministrazione pari a 305.054,92 euro. Di questi però 7 mila sono accantonati come fondo per crediti di dubbia esigibilità (multe e tasse non pagate dai cittadini), 36 mila sono vincolati, 116 mila destinati agli investimenti e 145 mila sono liberi. «Liberi per modo di dire – spiega la ragioniera – a causa dell’introduzione del pareggio di bilancio riusciamo a spenderne solo 20 mila».


Ed è proprio questo, l’idea di avere il denaro e di non poterlo spendere, che sta mandando in fibrillazione i sindaci e con loro anche le ragionerie. Ad Agordo avevano un avanzo di 1.286.674,44 euro: «Ma – evidenzia il sindaco Sisto Da Roit - solo 260 mila effettivamente spendibili». A Taibon a fronte di un gruzzolo di 868.522,32 l’amministrazione può spenderne solo 18 mila. «Cosa faremo con tutti i soldi che ci sono stati congelati? si chiedono Da Roit e Tormen, mentre servono manutenzioni a strade ed edifici, servizi, interventi all’arredo urbano e all’ambiente. «Ma soprattutto – domanda Tormen – un giorno potremo spendere quei soldi?».


Dipende l’ammontare della quota libera di cui ciascun Comune dispone? La risposta della ragioniera di Vallada è chiara. «Più il Comune si è indebitato negli anni scorsi e più ha crediti da recuperare – dice - più spazio si crea per l’uso dell’avanzo». Che tradotto parrebbe significare che chi nel tempo è stato meno virtuoso continuerà ad avere i cordoni della borsa più laschi. «Lo Stato – spiega la ragioniera di La Valle (avanzo di 421 mila euro, 70 mila di disponibili - spinge per dare contributi per l’estinzione anticipata dei mutui. Il problema è che tutto ciò ricade sugli enti locali».


A Voltago l’avanzo era di 138.174,56 euro e la quota spendibile è di 32 mila euro. Ciò che sorprende del Comune del Poi, però, è la quota accantonata nel fondo crediti di dubbia esigibilità: 80.296,51 euro. «Il fatto che non si possa spendere l’avanzo – dice la ragioniera – non è solo colpa del governo, ma anche dei cittadini che non pagano l’Imu, i rifiuti, gli affitti nelle strutture di proprietà comunale. Chi è in difficoltà oggettiva chiede la rateizzazione, gli altri no. Su 100 che non pagano 50 lo fanno alla prima sollecitazione, per l’altra metà andare la riscossione coatta non è semplice».


A Falcade il fondo per i crediti di dubbia esigibilità è inferiore: 16 mila euro. Tuttavia la quota utilizzabile del corposo avanzo (1.859.485 euro) è di appena 158 mila euro. C’è anche chi dice che, a fronte di una buona programmazione, un ente dovrebbe spendere tutti i soldi. Vero, ma solo in teoria. «L’avanzo – spiega la ragioniera falcadina – è dato dalla somma degli avanzi del passato ed è frutto di varie ragioni. Intanto una pulizia generale del bilancio e poi si tenga conto che da noi i lavori pubblici non possono essere fatti lungo tutto il corso dell’anno, ma solo in certi periodi». E ciò, in termini di contabilità, ha delle ripercussioni sui bilanci gonfiando l’avanzo. «Inoltre – aggiunge Vallada – spesso è lo Stato ad obbligarti a mettere nell’avanzo alcune cifre».


Da Rocca Pietore, il sindaco Andrea De Bernardin vanta un avanzo di 118 mila euro di cui 76 mila vincolati in gran parte per lavori al cimitero e per il pagamento di espropri. Di liberi solo 400. Ma di questo il sindaco non si lamenta. «In questi anni – dice – abbiamo sempre cercato di spendere lo spendibile. Il problema che abbiamo è invece quello del personale: con tutti i cantieri che abbiamo avviato e i soldi che abbiamo speso, gli uffici hanno avuto un superlavoro. Abbiamo necessità di assumere e non possiamo farlo. A Comitini in Sicilia hanno la nostra stessa popolazione (in realtà minore, ndr) e 70 dipendenti. Noi solo 13».


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