Aviano: «Il boato è colpa nostra». Attivato il ministro Pinotti
BELLUNO. Si è già mosso il ministro della Difesa Roberta Pinotti per il “boom sonico” che mercoledì sera ha fatto sobbalzare sulle sedie migliaia di persone, dal Bellunese al Trevigiano e fino al Medio Friuli.
Sull’origine del boato – un primo “tuono” che ha fatto vibrare le vetrate delle abitazioni, seguito da due boom più smorzati in rapida successione – non ci sono più dubbi: è stato un F16 del 31° Fighter Wing di stanza all’aeroporto Pagliano e Gori di Aviano. Lo confermano due note ufficiali arrivate ieri dal comando militare.
L’evento. Mercoledì. Sono passate da poco le 18.30. Il boato rimbomba in un’ampia zona, da Belluno fino al Medio Friuli e il Trevigiano, segno che l’origine va ricercata in quota. In quel momento nell’area si trovano in volo degli aerei militari. La gente si spaventa, chiama le forze dell’ordine, i vigili del fuoco. Al comando di Belluno sono arrivate decine di telefonate. Anche sui social network non si parla d’altro per diverso tempo. E si sprecano le illazioni.
Scartata l’ipotesi del terremoto e quella dell’esplosione, magari di una bombola di gas, si pensa agli aerei militari. In grado di superare la barriera del suono tra Veneto e Friuli Venezia Giulia ci sono soltanto gli F16 americani di Aviano. Caccia che si trovavano in volo l’altro pomeriggio, impegnati in normali attività di addestramento.
La conferma. È lo stesso comando, a poche ore dal boato, ad ammettere la presenza di propri aerei in zona. «Il 31° Fighter Wing conferma la presenza dei suoi velivoli nella zona di addestramento nel momento in cui si è verificato l’evento. Le dinamiche dell’evento sono al vaglio del personale tecnico con l’intento di individuare le esatte cause e che simili circostanze non si ripetano in futuro».
Ieri sera, con una seconda nota, è arrivata la conferma che il boom sonico è stato provocato da un velivolo del 31° Fighter Wing. «Le particolari condizioni meteo, unitamente ad una manovra repentina, potrebbero aver contribuito ad amplificare il rumore», spiegano dalla base. «L’attività si è svolta nel rispetto della normativa vigente ed in una zona autorizzata».
È stata aperta un’inchiesta interna. Al vaglio i parametri di volo e il rispetto delle procedure.
La comunicazione. Nel Bellunese, nessuno era a conoscenza dei voli in programma. La Prefettura ogni volta che riceve comunicazioni (come quando ci sono esercitazioni del 51° Stormo di Istrana) le gira ai Comuni per informare la popolazione. Pare non esserci alcun obbligo, da parte delle basi militari, di avvertire delle esercitazioni. Anche ieri gli F16 di Aviano di udivano distintamente sorvolare i cieli bellunesi.
Il ministro. Ieri mattina la questione è approdata sul tavolo del ministro della Difesa Roberta Pinotti. Merito della senatrice bellunese Raffaella Bellot. «Il ministro si è già attivato per chiedere verifiche e maggiori tutele in riferimento ai boati», spiega. «Mi ha confermato di avere già parlato con il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica». È stato richiesto di procedere con «i dovuti accertamenti» relativi al superamento della barriera del suono da parte dell’F16. «Il ministro», conclude la Bellot, «mi ha confermato l’intenzione di vigilare su questi episodi che ormai da anni flagellano la vita e la serenità del Bellunese».
E che ieri hanno costretto i vigili del fuoco a fare un sopralluogo in una casa abbandonata a Castion. La proprietaria dell’edificio attiguo ritiene che il botto di mercoledì abbia fatto collassare il tetto della casa diroccata. I vigili invieranno una notifica al Comune.
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