Avvelenato dai funghi, bellunese in Rianimazione

Brutta avventura per un sessantenne bellunese che è finito all’ospedale dopo aver ingerito i funghi velenosi. Cora: «Il primo caso dopo tanti anni»

BELLUNO. Ha rischiato davvero grosso un bellunese che nelle settimane scorse è finito all’ospedale per una grave intossicazione da amanita falloide. «Si tratta del primo caso di questo tipo dopo tanti anni», conferma il direttore dell’Ufficio igiene degli alimenti dell’Usl 1, Oscar Cora.

L’uomo, un sessantenne, si era avventurato nei boschi alla ricerca di funghi, forse inseguendo vecchi ricordi d’infanzia. Il suo intento era quello di cercare dei prataioli. Ma purtroppo sulla sua strada ha trovato alcune amanite  simili al fungo dei suoi ricordi e le ha raccolte.

A casa, ha riposto alcuni funghi in frigo, in attesa di consumarli nei giorni successivi, mentre gli altri li ha cucinati e mangiati. Ma a distanza di diverse ore (9-12 ore) sono insorti i primi sintomi di intossicazione. Dapprima problemi gastrointestinali che sono andati via via accentuandosi, poi i dolori addominali, gastroenterite. Infine, sono subentrati i primi sintomi di disidratazione e problemi epatici. Lì per lì l’uomo non ha pensato che fosse colpa dei funghi, e così dopo tre giorni di vomito, diarrea e dolori si è rivolto all’ospedale di Belluno. Qui il personale medico ha scoperto, tramite accertamenti clinici, un’intossicazione ed è scattato subito l’allarme. «In questi casi viene allertato il centro veleni di Milano, il nostro servizio di igiene degli alimenti, i cui addetti si sono recati direttamente a casa del paziente dove sono stati trovati i miceti nel frigo e questo ha permesso una terapia mirata. Per fortuna, nessun altro componente della famiglia aveva consumato quel pasto».

Il paziente è stato ricoverato in gravi condizioni e, sotto la consulenza dei rianimatori, è stato sottoposto alla terapia contro la tossina specifica per impedirne un ulteriore assorbimento a livello intestinale e favorendone l’eliminazione per via renale. Inoltre è stato sottoposto anche a terapia per proteggere la funzionalità epatica. E dopo una settimana è stato dimesso. «Fortuna ha voluto che l’uomo fosse in buona salute, che non avesse mangiato una grande quantità di funghi per poter così evitare il peggio», precisa ancora il direttore dell’Ufficio igiene degli alimenti per il quale è abbastanza raro che uno raccolga un’ammanita. «È anche vero, però, che a causa dei cambiamenti climatici, si stanno diffondendo sempre di più nei nostri boschi, specie una volta rare di funghi, soprattutto le amanite. Invitiamo, pertanto, chi non è esperto di raccogliere solo i tipi di cui è sicuro, di farli controllare o ai nostri ambulatori o da qualche esperto micologo o dall’associazione Bresadola. Insomma, con i funghi non si deve scherzare e neanche essere approssimativi».

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