Avvistamenti di lupi sul Serva e nel Parco
BELLUNO. Paura per alcuni turisti che a Ferragosto, nelle ore centrali della giornata, sarebbero stati inseguiti addirittura da tre lupi mentre stavano passeggiando a passo Valles. Ma una segnalazione arriva anche da un altro turista che qualche giorno fa in Nevegal si sarebbe visto attraversare la strada, che stava percorrendo a piedi, da un lupo.
Arrivano spesso al Corpo forestale e alla polizia provinciale segnalazioni di avvistamenti di lupi, ma la loro veridicità lascia molto a desiderare. «Anche perché questi animali non si aggirano mai di giorno, preferendo la semi oscurità del crepuscolo o dell’alba», fanno sapere dai due enti, dove gli esperti aggiungono: «Inoltre, molto spesso il cane lupo cecoslovacco viene scambiato per un lupo». Questo sta a significare che bisogna essere cauti nel lanciare allarmi. Servono prove concrete.
E prove, quali peli ed escrementi di un presunto lupo «sono stati inviati qualche settimana fa ad analizzare in un laboratorio specializzato degli Stati Uniti. Questi elementi sono stati trovati sul monte Serva dopo l’allarme lanciato per la predazione di una pecora», dice l’ispettore D’Andrea del Corpo forestale. «In questo caso sono stati trovati degli elementi, quali escrementi, che possono rinviare alla presenza del lupo. Ma dobbiamo attendere circa sei mesi per avere gli esiti dal laboratorio americano. Inoltre, qualche tempo fa, è stato segnalato, tramite una fototrappola nel Parco delle Dolomiti bellunesi un altro esemplare, ma anche qui si attendono gli esami genetici».
Una presenza numerosa di lupi, da tempo è stata segnalata al confine tra la provincia di Belluno, Vicenza e il Trentino verso il Grappa. Il lupo Slavc qualche anno fa si è insediato sui monti Lessini dove ha incontrato la sua compagna Giulietta da cui ha avuto già tre cucciolate. Quindi è presumibile che, per cercare nuovi territori in cui espandersi, i “nuovi” lupi possano raggiungere anche il Bellunese. La provincia dolomitica infatti, non è nuova alla presenza di grandi predatori. Animali un tempo scomparsi che ora sembrano essere tornati, anche soltanto di passaggio.
È il caso dell’orso: da diversi anni si segnala con una certa costanza la sua presenza in varie parti della provincia «e questo non può che essere un indice della buona salute di questo territorio», commenta Oscar Da Rold, della polizia provinciale. «La biodiversità è importante e la qualità dell’ecosistema altrettanto».
Qualche tempo fa si era parlato anche della presenza della lince, mentre in aumento, da quello che raccontano gli agenti provinciali, sono i rapaci, dalle aquile ai falchi specie quello pellegrino. «Non esiste un censimento di questi uccelli, ma gli avvistamenti sono aumentati nei nostri cieli», conclude Da Rold.
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