Azienda speciale in casa di riposo chiuso l’accordo per il personale

Longarone. Concluso l’iter di sul nuovo organismo dopo quattro anni di gestazione e incontri I dipendenti saranno equiparati a quelli degli enti locali. Ma c’è chi preferiva la fondazione

LONGARONE. Ad inizio giugno ha preso ufficialmente il via la nuova azienda speciale consortile che gestirà le case di riposo di Longarone e Forno di Zoldo e l’asilo nido di Longarone.

Nei mesi scorsi era già stato nominato il consiglio di amministrazione composto da tre membri, che, a norma di legge, esercitano il loro mandato a titolo gratuito. Alla presidenza dunque si è insediata Isabella Lante, affiancata da Maria Teza e Roberto Zanolli, quest’ultimo indicato per conto di Zoldo.

Nelle scorse settimane poi è avvenuta la nomina del direttore ovvero Arrigo Boito che già ricopriva l’equivalente incarico dirigenziale in precedenza per la gestione delle stesse strutture.

Durante l’ultimo consiglio comunale di Longarone è stata dunque approvata la convezione per la gestione del servizio tra comune e azienda, un accordo che durerà 7 anni che conclude così un lungo percorso. «Finalmente siamo alla conclusione di questo iter», spiegano il sindaco Roberto Padrin e l’assessore al sociale Ali Chreyha «che è durato quattro anni ed è frutto di molti incontri e una convergenza anche con la minoranza e poi una sinergia anche con il comune di Val di Zoldo. Era una scelta obbligata che ci alleggerisce il peso sul bilancio, mantenendo comunque inalterati servizi e qualità. Anche le condizioni dei dipendenti non subiranno modifiche: nei giorni scorsi si è chiuso un accordo sindacale che garantirà loro un trattamento equiparato agli enti locali. Per quanto riguarda i collaboratori delle cooperative il loro contratto sarà ridiscusso dopo le scadenze di settembre».

La convenzione è stata approvata all'unanimità con la sola voce contraria del consigliere Antonio Romanin.

Romanin, al contrario del resto della minoranza che ha proposto alcune piccole modifiche al documento in parte accolte, non è convito dell’operazione nel suo complesso: «A mio avviso il contratto di servizio non si deve approvare prima di vedere il piano pluriennale. Manca infatti una visione futura di cosa faremo dell’inadeguato edifico della casa di riposo “Barzan”. Era meglio la strada della fondazione per la gestione, magari sciogliendo la Fondazione Vajont con un’apposta manovra. In questo modo si potevano pensare ad investimenti di lungo periodo creando i presupposti per costruire una nuova casa di riposo».

L’amministrazione, rammaricata che non sia l'adesione di tutto il consiglio in questa decisione così importante, ha replicato che al momento queste non sono ipotesi possibili ma l’azienda speciale in futuro potrà adattarsi a nuove logiche di business, non avendo più i vincoli del bilancio comunale.

Enrico De Col

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